RecoveryMes, verrà la Troika e avrà i suoi occhi
di Gilberto Trombetta
Oggi l’Istituto Luce (la stampa dominate) esulta compatto per la grande vittoria di Conte dell’Italia.
Vediamola dati alla mano questa grande vittoria dell’Italia.
I sussidi sono scesi dai 500 miliardi iniziali a 390. Sostituiti, ovviamente, da un considerevole aumento della quota prestiti (a cui si potrà accedere solo dopo l’uso dei sussidi, quindi non prima del 2024).
Per quanto riguarda i sussidi, all’Italia ne dovrebbero arrivare una cifra compresa tra i 68 e gli 82 miliardi. Erogati tra il 2021 e il 2024, nella “migliore” delle ipotesi.
Cioè una somma equivalente circa all’1% del nostro PIL a fronte di un crollo, solo quest’anno, di almeno il 12%.
Sussidi che non sono a fondo perduto poiché a partire dal 2026 andranno restituiti.
O con l’aumento del contributo al bilancio europeo da parte dell’Italia o con una maggiore imposizione fiscale.
L’uso di questi sussidi è legato inoltre a condizioni vincolanti almeno quanto quelle del MES. Insomma dobbiamo fare le riforme: aumento dell’età pensionabile e taglio delle stesse, taglio dei diritti dei lavoratori e dei salari, taglio e privatizzazione del SSN, taglio del restante stato sociale.
Altrimenti basterà il veto di un qualsiasi Paese per sospenderne l’erogazione.
Quindi si tratta di un Recovery MES più che di un Recovery fund.
Ci hanno portato la troika in casa insomma.
In cambio però pagheremo anche per gli sconti fiscali (rebates) di contributo al bilancio UE di cui usufruiranno altri Paesi.
Più nel dettaglio, ogni anno e almeno fino al 2027, la Germania (maggiore beneficiaria, come al solito) risparmierà 3,671 miliardi di euro, l’Olanda 1,921 miliardi, la Svezia 1,069 miliardi, l’Austria 565 milioni e la Danimarca 377 milioni.
Lasceranno però a noi la scelta su cosa tagliare e le nuove imposte da applicare per aumentare il già trentennale avanzo primario per contribuire (rimborsare) al Recovery MES, mentre per quanto riguarderà la sempre minore spesa pubblica, dovrà passare tutto per l’approvazione di Bruxelles.
Questo è quello che Conte e la stampa di regime fanno passare come una vittoria storica per il Paese.
Il completo assoggettamento a potenze straniere del Paese e la sua definitiva morte economica.
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