Tassi negativi, le banche vorrebbero rifarsi sui conti correnti

Tassi negativi, le banche vorrebbero rifarsi sui conti correnti

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

 

di Claudio Conti - Contropiano

In filosofia, quando si incontra un paradosso, scatta immediatamente la curiosità, perché indica l’esistenza e il manifestarsi di una contraddizione. In economia neoliberista, si fa invece finta di niente, ma qualcuno comincia a preoccuparsi, sia pure con toni molto pacati.


Il paradosso della finanza internazionale, da qualche tempo a questa parte, è il denaro che non rende. Ce ne siamo occupati, fin qui, per indicare l’esistenza ormai innegabile di una crisi sistemica, in particolare del capitalismo occidentale. Ma quando si parla in termini sistemici, o generali, il rischio è sempre che non si capiscano o si vedano le implicazioni per la vita quotidiana di tutti noi.


Vediamo quindi cosa comincia a significare il paradosso dei tassi di interesse negativi, introdotti dalla Banca Centrale Europea sui depositi che le banche private lasciano nelle casse di Francoforte. L’intenzione di Mario Draghi, che sta per essere sostituito da Christine Lagarde, era di “convincere” le banche a prestare quei soldi – a famiglie e imprese – in modo da stimolare investimenti, consumi, ecc. Insomma, a far muovere di più l’economia reale.


Questo non è avvenuto, perché l’incertezza sul futuro sconsiglia investimenti rischiosi (le imprese possono fallire, i capifamiglia possono essere licenziati, quei prestiti possono non tornare in cassa), e dunque molti “investitori istituzionali” hanno preferito una perdita certa ma minima (lo 0,40%) ad una forse superiore. In ogni caso di guadagni neanche l’ombra.


Il meccanismo si è poi trasferito sui titoli di Stato, a cominciare da quelli dei paesi più solidi (Germania e Olanda, nell’eurozona). Con grande beneficio per i conti pubblici di quei paesi (invece di pagare interessi sul debito pubblico ci guadagnano qualcosa), ma anche qui con perdite per le banche, soprattutto quelle tedesche.


Ma che una banca privata possa accettare a lungo di perdere soldi sui prestiti, anziché guadagnarci, è impensabile. Così proprio in Germania è partita una discussione davvero hard: le banche vogliono applicare tassi negativi su tutti i propri clienti.


Cosa significa? Che chiunque abbia un conto corrente – è obbligatorio per depositare lo stipendio, come sappiamo – potrebbe esser costretto automaticamente a “regalare” qualcosa alla sua banca, in aggiunta alle spese che già sostiene per la movimentazione del conto.


Non proprio una mossa popolare, diciamo. Tanto che persino il governo tedesco ha pensato bene di intervenire per bloccare questa ipotesi, scatenando le ovvie proteste delle banche che ritengono incostituzionale il divieto di rivalersi sui correntisti.


E’ evidente che un meccanismo si è inceppato. Non si è mai visto nella storia umana – anche prima del capitalismo, do you remember Shylock?  – che un prestatore di denaro debba prevedere una perdita sicura, oltre al rischio di non vedersi restituire la somma prestata.


Ma il dibattito tra economisti liberali ancora non affronta il cuore del problema, preferendo dilettarsi sull’”effetto reddito” e l’”effetto sostituzione”. Se sai che dal conto corrente spariranno comunque un po’ di soldi potresti essere tentato di spendere di più (effetto reddito) per farlo deprezzare il meno possibile; oppure potresti essere indotto a non spendere più (effetto sostituzione) per non aggravare la situazione.


In attesa che gli economisti teorici risolvano i loro dubbi, i clienti potrebbero cominciare a correre in banca a ritirare i propri soldi per metterli sotto il materasso. Con effetti davvero devastanti per il sistema. E  tanti saluti per il “ritorno alla normalità e alla crescita”.


E’ in fondo l’ennesimo paradosso: le politiche monetarie ultra-espansive che dovevano facilitare la ripresa dell’economia si trasformano lentamente in un ulteriore fattore di freno. Perché il paradosso è sempre apparente, mentre la crisi invece è reale.

Potrebbe anche interessarti

Quando Mario Monti parla di "sacrifici".... di Fabrizio Verde Quando Mario Monti parla di "sacrifici"....

Quando Mario Monti parla di "sacrifici"....

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

La macchia indelebile di Odessa di Giorgio Cremaschi La macchia indelebile di Odessa

La macchia indelebile di Odessa

Armi ad Israele: a che gioco sta giocando Washington? di Giacomo Gabellini Armi ad Israele: a che gioco sta giocando Washington?

Armi ad Israele: a che gioco sta giocando Washington?

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Quando il bonus è un malus di Giuseppe Giannini Quando il bonus è un malus

Quando il bonus è un malus

Di vincolo esterno si muore: in ricordo di Aldo Moro di Gilberto Trombetta Di vincolo esterno si muore: in ricordo di Aldo Moro

Di vincolo esterno si muore: in ricordo di Aldo Moro

Meloni a Tripoli: i punti segreti dell'incontro di Michelangelo Severgnini Meloni a Tripoli: i punti segreti dell'incontro

Meloni a Tripoli: i punti segreti dell'incontro

GLI ATTIVI RUSSI CONGELATI VERRANNO USATI PER ARMARE KIEV di Andrea Puccio GLI ATTIVI RUSSI CONGELATI VERRANNO USATI PER ARMARE KIEV

GLI ATTIVI RUSSI CONGELATI VERRANNO USATI PER ARMARE KIEV

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Gibuti, il porto di tutti.... tranne che dei gibutiani! di Paolo Arigotti Gibuti, il porto di tutti.... tranne che dei gibutiani!

Gibuti, il porto di tutti.... tranne che dei gibutiani!

TORNANO VENTI DI GUERRA E PAURA NUCLEARE IN EUROPA di Michele Blanco TORNANO VENTI DI GUERRA E PAURA NUCLEARE IN EUROPA

TORNANO VENTI DI GUERRA E PAURA NUCLEARE IN EUROPA

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti