The Scotsman: Zelensky ha solo sei mesi per vincere
“Joe Biden (o un nuovo candidato democratico) non vuole difendere una guerra costosa contro un risorto Donald Trump o il più giovane e dinamico Ron DeSantis. Biden vorrebbe che la guerra finisse entro la fine del 2023, prima che inizino le primarie statunitensi (inizi del 2024) […] ciò significa negoziati di pace o cessate il fuoco tra novembre 2023 e febbraio 2024, quando i combattimenti si fermeranno per l’inverno”. Così Tim Willasey-Wilsey, già alto diplomatico britannico ed esperto di temi militari, su The Scotsman.
“Supponendo che l’offensiva di primavera inizi nelle prossime settimane – continua Wilsey – ciò dà all’Ucraina sei mesi per vincere la guerra. [Ma tale obiettivo] sarà difficile da raggiungere perché attaccare è più difficile che difendersi. Inoltre, gli alleati hanno equipaggiato l’Ucraina per una guerra difensiva. Anche se tutti i carri armati Leopard 2 promessi arrivassero in tempo, non ce ne saranno abbastanza per sfondare le difese russe e sfruttare il varco, come ritenevano generali come Heinz Guderian o Georgy Zhukov. E gli alleati non hanno fornito all’Ucraina la forza aerea atta a supportare una simile offensiva”.
Nonostante tutte queste riserve, Wilsey non nega del tutto la possibilità di una vittoria ucraina, dal momento che in ogni guerra c’è spazio per l’imponderabile, “tuttavia, è più probabile che nell’ottobre 2023 le linee del fronte non siano molto diverse dalle attuali”. Tale stallo riaprirebbe spazi al negoziato. Il cronista avanza quindi varie ipotesi su come potrebbero delinearsi i negoziati, ma non appaiono di grande interesse.
Anche Asia Times rileva come la carenza di supporto aereo alla controffensiva sia un problema rilevante. E ventila l’ipotesi che gli Usa, non rassegnandosi al dato, possano inviare a Kiev “volontari” esperti destinati a pilotare velivoli Nato camuffati da jet ucraini.
“Non c’è nulla di nuovo nell’idea di piloti ‘volontari’. – scrive Asia Times – Basta ricordare le Tigri Volanti della seconda guerra mondiale o i piloti russi in uniforme cinese che volavano su MIG ribattezzati nella guerra di Corea, o i piloti russi che fingevano di essere flyboy egiziani nella guerra di logoramento Egitto-Israele (1967-1970)”. La nota di Asia Times termina accennando alle possibili reazioni russe (atomiche tattiche) a questa eventuale nuova escalation. Si spera nelle menti più lucide dell’Occidente.