Trump, dazi e OPEC: la tempesta perfetta per lo shale USA
I produttori di shale oil (petrolio non convenzionale che si estrae da rocce argillose e sabbie bituminose) statunitensi affrontano la minaccia più grave degli ultimi anni: il crollo improvviso del prezzo del greggio, innescato dalla guerra commerciale di Donald Trump, rischia di spingere parte del settore verso il fallimento,secondo quanto riferisce il Financial Times. Dal recente annuncio dei dazi, il prezzo del petrolio USA è calato del 12%, scendendo sotto la soglia di redditività per molti produttori del Texas e alimentando il timore di una riduzione delle attività di perforazione.
Kirk Edwards di Latigo Petroleum ha paragonato la situazione al crollo dei prezzi del 2020 durante il Covid, con la doppia minaccia di calo della domanda e aumento dell’offerta da parte dell’OPEC, in particolare dall’Arabia Saudita. Se i prezzi non risaliranno nei prossimi mesi, il Permian Basin – il giacimento più produttivo al mondo – potrebbe subire conseguenze molto forti.
Bill Smead di Smead Capital Management ha avvertito che una guerra commerciale prolungata potrebbe spaventare gli investitori e portare a un’ondata di fusioni e acquisizioni nel settore. Intanto, il prezzo del WTI è sceso sotto i 60 dollari al barile, mettendo a rischio la redditività di molte aziende, soprattutto nei bacini più maturi.
L’OPEC ha aggravato la situazione aumentando l’offerta globale di 400.000 barili al giorno, mentre l’Arabia Saudita potrebbe sfruttare il momento per conquistare ulteriori quote di mercato. Le azioni delle compagnie shale, come Occidental Petroleum e Devon Energy, hanno perso oltre il 12% in pochi giorni.
Nonostante il settore abbia mostrato segni di forza e ripresa dopo la crisi del 2020, alcuni analisti prevedono ora un calo della produzione, con possibili licenziamenti e riduzione delle attività. Alcuni manager criticano l’amministrazione Trump per la mancanza di una strategia energetica chiara, mentre le aziende si preparano ad affrontare costi più elevati a causa dei dazi.
In sintesi, il settore dello shale statunitense è di nuovo sotto pressione, tra guerra commerciale, eccesso di offerta e incertezza sulla domanda globale.