Truppe UE-Nato in Ucraina? La Russia chiarisce le opzioni che si aprono

Truppe UE-Nato in Ucraina? La Russia chiarisce le opzioni che si aprono

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di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomatico

Nell’ambito della Nato si svolgono discussioni sul possibile invio di contingenti militari in Ucraina. L’inaspettata dichiarazione di Emmanuel Macron che ha aperto tale scenario, ha provocato una dura reazione da parte della Russia, ma anche una reazione contrastante da parte dei membri dell’alleanza Nato. In seguito, il ministro degli Esteri ucraino, Dmitrij Kuleba ha tentato di giustificare Macron, dicendo che il presidente francese quando parlava di mandare i soldati francesi in Ucraina, intendeva gli istruttori francesi per addestrare i soldati ucraini secondo gli standard Nato, mentre nel governo francese hanno ventilato l’ipotesi che le truppe militari francesi potrebbero partecipare “senza varcare la soglia della guerra”, cioè svolgere compiti come lo sminamento, l’addestramento dei soldati ucraini o la lotta alle minacce alla sicurezza informatica.

Tuttavia, in Russia prendono molto sul serio le dichiarazioni bellicistiche di Macron sull’invio di truppe francesi a combattere contro la Russia, perché “non bisogna permettere che la Russia vinca”, la sconfitta della Russia sembra essere lo scopo esistenziale, perciò è indispensabile mandare le legioni francesi sul Mar Nero perché per la Nato esso è un punto chiave.

Certo, è chiaro, senza il Mar Nero l’Ucraina perde tutto il suo interesse. Infatti nei reportage francesi discutono seriamente di come i soldati francesi andranno a Odessa. I russi li aspettano a braccia aperte, specialmente Dmitrij Medvedev, che poco tempo fa ha dichiarato che Odessa è una città russa.

Nei due anni passati di Operazione Speciale Militare russa in Ucraina, il presidente francese Emmanuel Macron sosteneva che non era necessario umiliare troppo la Russia, che bisognava mantenere l’opportunità di dialogo, ora invece ha cambiato bruscamente questa posizione in quella opposta. Viene naturale chiedersi perché. Il fatto è che vuole assicurarsi una posizione di leadership nella discussione e risoluzione del problema ucraino, è molto importante per lui mostrare a tutti che è stata la Francia la prima a sollevare pubblicamente la questione dell’invio di un contingente militare per aiutare l’Ucraina. Macron all’interno del blocco Nato non brilla certo per un proprio punto di vista originale o pensiero indipendente, ma per cercare di superare gli altri membri della Nato in “atlantismo”. E questa non è certo l’eredità di De Gaulle! Dopo essere stata spesso rimproverata in seno alla Nato per la sua insufficiente partecipazione al conflitto in Ucraina perché fornisce troppo poco equipaggiamento, la Francia sta lottando per uno status privilegiato di leadership all’interno della Nato e dell’UE, una sorta di “difensore dell’Europa”, come unica potenza nucleare all’interno dell’Ue. Macron non è libero, dicono a Mosca, ma dà voce a ciò che i suoi padroni d’Oltreoceano gli impongono di dire. Idem per l’Ue, che ieri ha tenuto “un vertice drammatico, mettendo le economie europee sul piede di guerra”.

Dagli Usa le dicono infatti che “la Ue non può escludere le truppe da mandare in Ucraina”. La Von Der Leyen, che non ha bisogno di essere incalzata dagli Stati Uniti nel suo bellicismo contro la Russia, dichiara che “non c’è più spazio per le illusioni, sappiamo che le ambizioni di Putin non si fermano all’Ucraina”. Ma “sappiamo” da chi e da cosa? Mai menzogna è stata più eclatante, perché Putin non ha mai fatto dichiarazioni o atti di aggressione agli Stati dell’Ue, semmai è tutto il contrario e cerca di fermare la guerra in Ucraina, alimentata proprio da Ue-Usa-Gran Bretagna.

Macron ha affermato che l’Ue ha accettato di creare una “nona coalizione per attacchi profondi”, fornendo all’Ucraina missili a medio e lungo raggio. La Francia farà di tutto per impedire alla Russia di vincere questa guerra, “non ha limiti, né linee rosse” sugli aiuti all’Ucraina. “I leader dei paesi occidentali hanno discusso della possibilità di inviare le truppe in Ucraina, il consenso non è stato ancora raggiunto, ma non si può escludere nulla”.  Il vice capo vice ministro degli esteri russo Aleksandr Gruško, commentando le parole del presidente francese, ha affermato: “La Russia non consiglia a nessuno di tastare il terreno e mettere alla prova la sua prontezza a una risposta adeguata e dura”.

I rischi di un’escalation del conflitto aumenteranno significativamente se i paesi europei “cercheranno di entrare apertamente in Ucraina individualmente o come parte di una coalizione”. La Russia ritiene quindi suo diritto morale considerare i militari europei in Ucraina come obiettivi legittimi nell’ambito dell’Operazione Speciale russa, che persegue due obiettivi fondamentali: la demilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina e i soldati Nato o francesi che siano, compreso la moltitudine dei mercenari già presenti, costituiscono fonte di alimentazione della militarizzazione e fonte di difesa del nazismo ucraino. E qui si aprono diversi scenari di sviluppo.

Uno lo ha espresso molto chiaramente il vice capo del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitrij Medvedev: “In effetti, per il bene della questione, sarebbe bello se gli irrequieti francesi mandassero un paio di reggimenti a Banderland (l’Ucraina – N.d.T.) Nascondere un tale numero di militari è assai problematico, quindi la questione della loro sistematica distruzione non sarà il compito più difficile, ma quello estremamente importante. Ma che vantaggio sarebbe! Con tale numero di bare, che saranno consegnate alla Francia da un lontano paese straniero, nascondere la morte di massa del personale militare professionista è impossibile. Inoltre, qui non te la cavi facendo forza sul fatto che sono i mercenari a scegliersi da soli il proprio destino e a disporre del diritto alla vita. Questi sfortunati diventeranno combattenti a pieno titolo come parte del contingente di intervento. La loro distruzione sarà il compito prioritario e glorioso delle nostre Forze Armate. Ma per i galli della leadership francese ciò equivarrà a una ghigliottina. Verranno fatti a pezzi dai parenti furiosi e rappresentanti incattiviti dell'opposizione, ai quali è stato detto che la Francia non è in guerra con la Russia. E per gli altri idioti irrequieti d'Europa sarà una bella lezione. Ancora una volta sono attuali le immortali rime di Puškin:

Ebbene, parolai, mandateceli,

I vostri adirati figli:

Per loro il posto c’è nei campi della Russia,

Fra le bare, a loro non aliene”


Queste rime sono tratte dalla poesia di Aleksandr Puškin “Ai calunniatori della Russia”, scritta nel 1831. La scelta di Medvedev non è a caso: il poeta russo nella poesia ricorda la vittoria dell’esercito russo su Napoleone nel 1812 e avverte che la Russia ha abbastanza forza per combattere e vincere se sarà sfidata dai paesi europei.

Anche stavolta i giornali italiani diranno che “Medvedev straparla dopo aver bevuto il suo vino italiano”? Il vino toscano all’origine delle invettive? La verità è che qualcuno, ovvero il sito indipendente russo The Insider, collegato a Navalnij, ha detto che nonostante le sanzioni, il vino italiano continua ad arrivare in Russia. Questa è la preoccupazione dei giornali. Con un’Europa già sui binari della guerra, c’è chi pensa a come fermare le consegne del vino italiano in Russia, sfuggite alle “democratiche sanzioni” del “giardino Ue”.

Marinella Mondaini

Marinella Mondaini

Scrittrice, giornalista, traduttrice. Vive e lavora a Mosca

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