Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia
di Alberto Fazolo
Nel 2024 l’Italia ha assunto la presidenza del G7. La Meloni ha deciso d’indire a Kiev il primo vertice dell’anno, per sfruttare la concomitanza con il secondo anniversario dell’inizio dell’Operazione Militare Speciale lanciata dalla Russia sul territorio ucraino.
Con l’occasione la Meloni ha stipulato con Zelensky una serie di scellerati accordi bilaterali in ambito militare, dell’energia, per la ricostruzione. Tutte cose che non è chiaro come verranno pagate.
Anche se la cosa non ha costi economici diretti immediati, la Meloni ha anche impegnato l’Italia a sostenere l’ingresso dell’Ucraina nella UE e nella NATO. Dato che l’attuale crisi è prevalentemente determinata dalla possibilità che la NATO si prenda anche l’Ucraina, impegnare l’Italia a insistere su quella linea, significa legare indissolubilmente il nostro paese alla guerra.
La Meloni ha condizionato il destino dell’Italia senza nemmeno consultare il Parlamento. Lei che fino a quando non è diventata Premier si atteggiava da sovranista, ora si dimostra essere la più atlantista dei politici europei, soprattutto perché si ostina a portare avanti una linea ormai abbandonata da chiunque altro. Gli stessi USA hanno interrotto gli aiuti all’Ucraina e puntano ad un cambio di strategia, cosa che comunque va in collisione con gli interessi della UE.
Ciò si è palesato proprio al vertice organizzato dalla Meloni a Kiev: disertato da tutti i capi di Stato e di Governo dei paesi del G7 ad eccezione del canadese Trudeau. Per la Meloni non è stato solo un fallimento e una umiliazione, ma anche un chiaro atto di sfiducia da parte degli altri stati europei. Lunedì 26 febbraio una ventina di paesi si sono riuniti a Parigi proprio per parlare d’Ucraina, tra loro rappresentanze di alto profilo di diversi stati europei (il cancelliere tedesco Scholz, il premier spagnolo Sanchez, il ministro degli esteri britannico Cameron), ma vi era anche una delegazione statunitense; l’Italia ha mandato solo un sottosegretario, di modo da mostrarsi offesa, ma senza autoescludersi.
Ovviamente l’isolamento della Meloni non era su base ideologica -in quanto alla conferenza di Parigi partecipavano anche leader conservatori- ma strategica: lei in Europa è l’unica che vuole portare avanti una linea di servilismo verso gli USA, in una fase in cui anche gli stessi USA hanno abbandonato quella linea. Si tratta di una situazione surreale che gli altri paesi europei non tollerano. La cosa grottesca è che questo teatrino è inscenato da chi si faceva passare per sovranista.
La condanna della linea Meloni e il volerla schernire, non significa però sposare la linea Macron. All’atlantismo della Meloni, Macron ha contrapposto la possibilità d’inviare truppe in Ucraina. Sebbene la stampa idiota nostrana abbia riportato che Macron avesse paventato un intervento NATO in Ucraina, il senso delle sue parole era esattamente il contrario. Macron ha infatti parlato di truppe occidentali senza fare riferimento alla NATO, dando fiato al progetto di costruzione di un esercito europeo. Lungi dal voler sostenere detto progetto, va sottolineato che questo è l’oggetto della divisione tra l’Italia e altri paesi europei: il nostro Governo punta a mostrarsi come il più fedele dei servi USA, mentre gli altri paesi europei cercano di affrancarsi da Washington.
Forse stiamo per cadere “dalla padella alla brace”, quindi è più che mai urgente ripensare le strategie del nostro Paese.