Un "premio Nobel" e alcuni discorsi sul potere economico
Emiliano Brancaccio è un economista che ha avuto il coraggio di affrontare una questione cruciale, evitata da quasi tutti gli economisti: "Il discorso del potere" (con Giacomo Bracci, Il Saggiatore, 235 pagine). Il premio Nobel per l'Economia è intessuto in modo inevitabile, di varie problematiche legate alla scienza, all'ideologia e ai vari poteri economici e politici.
Il grande problema dell'istituzione del premio Nobel per l'Economia, "viene esaminato dal punto di vista del metodo scientifico: ovvero, tentando di lanciare uno sguardo nel mare profondo dell'epistemologia della scienza economica e di alcune sue questioni irrisolte" (p. 18). Anche Hayek, un economista con conoscenze psicologiche vincitore del premio, riteneva che "il riconoscimento potesse indurre un'opinione pubblica inconsapevole a trattare i vincitori come dei guru onniscienti, in un campo delicato e pericoloso come la politica economica" (p. 19).
In realtà il premio Nobel per l'Economia è il "premio della Banca di Svezia per le Scienze economiche in memoria di Alfred Nobel", che è stato "assegnato per la prima volta nel 1969 in occasione del tricentenario dalla fondazione dell'autorità monetaria svedese" (p. 38). Anche se l'origine è diversa, la Fondazione Nobel gestisce il premio per l'Economia e l'Accademia svedese delle scienze lo assegna insieme agli altri premi.
Comunque si può dire che "il Nobel per l'Economia non ha finora mai contribuito all'avvio di una competizione paradigmatica, necessario preludio di ogni rivoluzione scientifica" (p. 64). In questo caso il premio Nobel appare semplicemente come la risultanza di una forma di burocrazia di altissimo livello molto ben organizzata.
Usando il punto di vista di Marx, "aggiungendo ai due settori che producono merci per mezzo di merci, anche un terzo settore che produce idee per mezzo di idee", le cose risulterebbero più chiare. Infatti queste valutazioni, "si propongono di studiare le condizioni generali per la riproduzione, non solo del mondo delle merci, ma anche dello stesso modo di produzione capitalistico" (Ernesto Screpanti, docente internazionale di Economia, Prefazione).
Le inevitabili imperfezioni del mercato possono essere analizzate da vari punti di vista, e l'equilibrio ottimale risulta spesso sono una questione accademica, con i vari equilibri reali più o meno inefficienti, con vari sprechi di risorse e con una disoccupazione più o meno diffusa (Paul Krugman). Il premio Nobel Kenneth Arrow ha studiato in modo approfondito l'equilibrio ottimale, ritenendolo una merce molto rara.
Del resto l'Economia è la scienza più opaca e quasi nessuno è riuscito a prevedere le varie crisi economiche, specialmente i vari premi Nobel per l'Economia. Uno dei pochissimi docenti capaci di vere e proprie previsioni è stato Nouriel Roubini, che ora insegna a New York, e che ha studiato all'Università Bocconi di Milano.
Dopotutto anche la Storia economica si può considerare "un processo senza soggetto" (Louis Althusser), e "nella determinazione del corso storico i singoli contano poco o nulla, celebrati o meno che siano" (p. 20).
Emiliano Brancaccio è nato a Napoli nel 1971, insegna Politica economica presso l'Università degli studi del Sannio, e risulta un autore di svariate ricerche e di alcuni saggi. Nel 2022 con Piemme ha pubblicato "Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico". Per valutare alcuni approfondimenti: www.emilianobrancaccio.it
Giacomo Bracci è uno dei giovani fondatori di Rethinking Economics Italia, una rete che promuove il pluralismo metodologico nell'insegnamento delle materie economiche (per approfondimenti: www.rethinkecon.it).
Nota a cura di Ernesto Screpanti - "Questo volume può essere utile per la didattica universitaria e per la formazione dei giovani ricercatori" (Prefazione). E, dopo tutte le varie questioni esaminate, bisognerebbe considerare la curiosità scientifica e l'onestà intellettuale come merce sempre più rara.
Nota curiosa - Moltissime persone non sanno che quando fu istituito il premio Nobel per l'Economia, "alcuni discendenti di Alfred Nobel gridarono all'usurpazione del nome di famiglia. Essi obiettarono che il loro celebre parente aveva più volte confessato di "odiare con tutto il cuore" le discipline economiche e di non avere nulla da spartire con esse" (p. 17). Per approfondire varie questioni economiche: www.economiaepolitica.it
Nota critica - "Se fossi stato consultato sull'opportunità di istituire un premio Nobel per l'economia, avrei decisamente consigliato di non farlo" (Friedrich von Hajek, premio Nobel nel 1974, ritenuto economista di destra). L'americano Gary Becker, vincitore nel 1992, è stato addirittura "accusato di elaborare teorie sessiste e misogine" (p. 18). Elinor Ostrom insieme a Esther Duflo, sono le uniche due donne premiate con il Nobel per l'Economia. Bisogna sottolineare che Joseph "Stiglitz è stato tra i primi esponenti di punta del mainstream a segnalare i pericoli derivanti da una globalizzazione indiscriminata dei mercati" (p. 77).