La Cina ha donato all’Italia il tocilizumab, informa la Croce rossa italiana. Il farmaco che sembra avere effetti positivi sui pazienti affetti da coronavirus allo stadio avanzato, ripristinando, in tutto o in parte, la funzionalità polmonare compromessa dalla malattia.
Una terapia provata da cinesi e oncologi napoletani con risultati incoraggianti e che i medici italiani stanno testando su larga scala sui pazienti affetti dal virus, come richiedono i protocolli per i test clinici, per verificarne l’effettiva efficacia e magari scoprire sue possibilità ulteriori.
Appena lanciata la notizia di tale possibilità, che peraltro ha suscitato inopportune reprimenda contro i medici napoletani che l’hanno proposta, l’azienda produttrice, la Roche, ha subito messo a disposizione il farmaco, ma adesso ha informato di aver esaurito le scorte. Così a rifornire l’Italia del prezioso farmaco, è stata la Cina.
Prosegue così la corsa di Pechino per aiutare l’Italia, nonostante ciò stia suscitando stolide, e a volte interessate, polemiche. Non solo l’Italia: Xinhua riferisce del primo treno merci carico di medicine e attrezzature medicali partito ieri dalla Cina, destinazione Madrid, dove il virus flagella come da noi.
Certo, la Cina ha i suoi interessi, dato che se il mondo collassa non vende più niente a nessuno, ma nel caso, i suoi interessi coincidono con quelli dei Paesi beneficiati.
Intanto la Russia ha annunciato di aver prodotto un farmaco che dovrebbe contrastare con qualche efficacia la malattia. A dare la notizia è stata l’Agenzia federale di biologia medica della Federazione Russa.
Così Veronika Skvortsova, direttrice dell’Agenzia: “Il farmaco blocca con un alto grado di selettività l’effetto citopatico del coronavirus, impedendo la sua riproduzione; inoltre l’azione immunosoppressiva della Meflochina impedisce eventuali reazioni infiammatorie causate dal virus. L’aggiunta di antibiotici macrolidi e di penicillina sintetica non solo neutralizza l’insorgenza di un’infezione batterica ma permette anche di incrementare la concentrazione di antivirale nel sangue e nei polmoni”.
È il caso di non coltivare facili illusioni. Ma si può anche notare che l’annuncio è venuto da fonte autorevole, non dal solito virologo d’accatto (che distinguiamo dai veri virologi). E si può notare che la Russia ha sviluppato laboratori molto sofisticati, atti anche a far fronte a una guerra consumata con armi biologiche.
Quindi niente illusioni, ma qualche speranza non costa nulla. Magari non guarirà, ma… vediamo. Si può notare che anche i russi ci hanno aiutato, inviando esperti che stanno lavorando fianco a fianco con i nostri medici in prima linea (Bergamo). suscitando reazione altrettanto stolide di quelle suscitate dai cinesi…
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