di Francesco Erspamer
Intanto le anime belle, in America come in Italia, continuano ad arricchirlo a spese della classe media comprando su Amazon perché, dicono, così risparmiano, mentre non è vero visto che da parte mettono sempre meno: semplicemente consumano di più, spesso prodotti inutili ma resi indispensabili dalla pubblicità, e tutti a obsolescenza programmata, non cose di qualità ma cose che si rompono o comunque di cui ci si stufa in pochi mesi. Duecento miliardi, per chi avesse problemi con la matematica, sono duecentomila milioni, ossia duecentomila volte di più di quanto chi riceva un buono stipendio guadagni in tutta la vita. Ma le anime belle di cui sopra Jeff Bezos lo venerano, anche se non lo hanno eletto e se sanno che si è arricchito non pagando le tasse, grazie a sotterfugi legali ottenuti dalle sue lobby o scoperti dai suoi avvocati milionari; mentre si stracciano le vesti, le anime belle, per il fatto che i parlamentari guadagnino più di centomila euro all’anno, ossia quanto Bezos guadagna in un quarto d’ora e un qualsiasi miliardario, di quelli che ce n’è parecchi anche in Italia, in alcune ore.
Sono molti di più e molto più opulenti, i ricchi, di quanto fossero trent’anni fa. Cos’è cambiato? Una cosa principalmente: che la gente, troppa gente, si è fatta convincere che la colpa sia sempre e solo dei politici e dello Stato, mentre i privati, loro mica rubano ai popoli, mica depredano l’ambiente, loro creano benessere. Infatti una dozzina di individui, quasi tutti americani, possiedono la stessa quantità di beni che metà della popolazione mondiale. La politica è l’unico strumento che potrebbe difenderci da questi abusi e da questa oscena ineguaglianza: ovvio che i media delle multinazionali vogliano farvi credere che siccome ci sono politici corrotti sia meglio farne a meno e lasciare il campo libero a chi li corrompe. Invece io credo che la guerra vada fatta contro i corruttori e contro i miliardari, e che dei semplici corrotti e di chi sia appena più benestante di noi ci si dovrà occupare dopo.
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