di Omar Minniti
Ha creato clamore e dibattito il caso di Noa Pothoven, la giovane di 17 anni che ha chiesto ed ottenuto la cosiddetta “dolce morte” in Olanda. Secondo i media, non è mai riuscita a riprendersi dai traumi mentali derivanti da uno stupro subito quando era bambina.
Io non sono religioso, odio i bigotti e reputo l'eutanasia una soluzione estrema, contemplabile in caso di malattie terminali, che comportano sofferenze fisiche atroci per il paziente ed un inutile accanimento terapeutico. Ma qui stiamo parlando di problemi di natura psicologica / psichiatrica di una ragazza minorenne sana, reversibili con il dovuto supporto medico e sociale. Supporto in primo luogo delle strutture ospedaliere pubbliche, degli assistenti, ma anche della famiglia e degli amici, che Noa non ha ricevuto. Lei stessa si è lamentata più volte, scrivendo perfino un libro, denunciando che in Olanda - considerata patria delle libertà civili individuali - non ci sono servizi specializzati per gli adolescenti, per assicurare sostegno fisico e psicologico in casi simili.
Quale sarà il prossimo passo? Proporre l'eutanasia ad ogni persona che soffre di ansia, depressione, fobie ed altre turbe derivanti da lutti, violenze subite, perdita di lavoro, incidenti mutilanti, assenza di un’abitazione degna di questo nome, povertà e frustrazioni varie? A me sembra una cosa criminale, espressione di una certa tendenza che sta prendendo prepotentemente piede nel campo liberale pseudo-progressista, che punta a non far gravare sul sistema sanitario (e quindi sulla spesa pubblica ed il debito) le fasce più deboli della società, a cominciare dagli anziani e dai giovani che faticano a trovare il proprio equilibrio in un modello di civiltà sempre più darwinista. Spesso, troppo spesso, si tira in ballo il nazismo a casaccio. Ma proprio questo appare molto vicino al nazismo duro e puro: eliminazione dei "rami secchi o fragili" - troppo "costosi" da curare secondo i parametri imposti dall'Unione Europea - camuffata da libertà di autodeterminare la propria vita. Il dottor Mengele oggi indossa il camice arcobaleno e parla il linguaggio politicamente corretto.
AGGIORNAMENTO: Pare che la richiesta di eutanasia sia stata negata alla ragazza dalle autorità olandesi e che Noa si sia lasciata morire in casa, rinunciando a mangiare e bere, "assistita" in questo dai familiari https://www.tgcom24.
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