"Avrete già sconfitto l'imperialismo tra cinquant'anni". Aperte le "lettere del futuro" dei giovani sovietici del 1967

"Avrete già sconfitto l'imperialismo tra cinquant'anni". Aperte le "lettere del futuro" dei giovani sovietici del 1967

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di Danilo Della Valle


In questi giorni, nel centesimo anniversario della Rivoluzione Bolscevica, in tutta la Russia sono state recuperate le “lettere del futuro” che i giovani sovietici avevano scritto nel 1967, anno del Cinquantesimo Anniversario della rivoluzione degli operai e contadini, indirizzate ai futuri giovani del 2017, pronti a festeggiare il centesimo anniversario. In tutta la Russia le lettere sono state prese dalle “capsule del tempo”, ossia targhe impiantate nel 1967 ai piedi monumenti o tra le colonne dei palazzi dove erano custodite le missive destinate al 2017.



Le lettere contengono i sogni, le speranze e le sicurezze di quel tempo, il 1967, così lontano dalla Russia di oggi e dal mondo attuale, dove alla passione per la politica e per la partecipazione sono subentrati il menefreghismo e la rassegnazione, l'odio e l'individualismo. E così, dal palazzo Popov di Novosibirsk, in Siberia, i giovani del 1967 si congratulavano per “un secolo di potere sovietico” e per “le conquiste della Luna e di Marte” augurando ai giovani del 2017 di “continuare con la costruzione del comunismo e della felicità”.

Mentre nella regione di Amur la lettera, scritta dai giovani minatori del 1967, comincia in maniera entusiasmante: “ Lavoratori del 2017, siamo fiduciosi che stiate preparando questa festa con lo stesso entusiasmo che abbiamo noi per il 50° anniversario. Probabilmente vivete in una società comunista o vicina ad essa, visto che noi stiamo lavorando al terzo programma del Partito Comunista dell'Urss, il cui compito principale è costruire la base materiale e tecnica del comunismo ed educare una persona con nuove qualità......dobbiamo mettere in pratica i piani previsti da V.Lenin: “ Lavoreremo per cacellare la dannata regola : tutto per sé, uno per tutti”; lavoreremo per introdurre nelle coscienze e nella vita quotidiana la regola: “ Tutti per uno e uno per tutti”. Mentre dalla Repubblica di Adighezia i giovani dell'epoca erano sicuri che “la generazione 2017 ha sconfitto il più grande nemico dell'umanità: l'imperialismo”.

Le lettere erano tantissime, i messaggi molto toccanti, letti da gruppi di giovani studenti delle scuole o delle università, in Crimea come a Tiraspol, in Transnistria, ad Arkhangelsk come a Velikij Novgorod, dove la lettera era sotto l'obelisco dedicato ai veterani della Grande Guerra Patriottica. Anche in Ucraina, nella regione di Mykolaiv, una capsula inserita nel muro della Casa della Cultura e posata dal Komsomol del 1967 è stata aperta, e recitava: “ Appello dei giovani uomini e donne del Komsomol del 1967 alla gioventù del 2017. Noi, la generazione dei membri del Komsomol degli anni Sessanta non potevamo immginare la vita senza lotta e lavoro creativo in nome del trionfo del comunismo, che è diventato una realtà per te. Siete una generazione felice: il cielo è chiaro sopra di voi e le guerre nel mondo per tutti gli esseri viventi del 2017 sono diventate storia. Non hai cantato: “ Vergogna aggressore Israele”, non hai dovuto partecipare a manifestazioni di protesta contro la guerra criminale in Vietnam, non hai letto nei giornali le provocazioni contro la rivoluzionaria Cuba. Quanto siete lontano da questi eventi, moderni per noi! Siamo sicuri: generazione del 2017, hai creato un mondo veramente nuovo”. Ecco, i sogni di quei giovani cozzano in maniera forte con i sogni dei giovani di oggi, dei Paesi ex Urss come dei Paesi d'Europa, alle prese con la fila per l'ultimo smartphone o troppo presi dal vedere come sbarcare il lunario per poter campare nei propri Paesi. L'imperialismo non è stato sconfitto, le guerre mietono sempre vittime ed in Europa come in ex Urss le condizioni dei lavoratori peggiorano sempre di più.

E chissà cosa penserebbe “l'amico del 1967” delle guerre fratricide all'interno dei suoi confini, oppure delle luci della propaganda capitalista che illuminano i centri delle sue città e affamano la maggior parte degli abitanti del suo Paese, dove aumentano le differenze tra ricchi e poveri. E chissà come la prenderebbe se scoprisse che in tv hanno trasmesso un film in cui il rivoluzionario Lenin veniva paragonato ad un demone e che il centenario è stato snobbato dalle autorità. Caro amico sovietico del 1967, non ti preoccupare, presto si accorgeranno che, per dirla alla Honecker, “ la libertà di scegliere tra CDU/CSU, SPD e FDP è solo una libertà apparente. Si renderanno conto che nella vita di tutti i giorni, specialmente sul posto di lavoro, avevano assai più libertà nella RDT(Urss in questo caso) di quante ne abbiano ora. Infine la protezione e la sicurezza che la piccola RDT, così povera rispetto alla RFT, garantiva ai suoi cittadini non saranno più minimizzate come cose ovvie, perchè la realtà quotidiana del capitalismo si incaricherà adesso di far capire a tutti quanto fossero preziose."

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