Come la pandemia ha spaccato (forse per sempre) la società civile tedesca

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"Quo vadis Germania"? L'articolo che segue conclude un approfondimento di Tariq Mazbann per l'AntiDiplomatico sulla situazione politica, economica e sociale della Germania attuale.


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QUO VADIS GERMANIA? (QUARTA PARTE) 


PARTE I: POLITICA E ECONOMIA

PARTE II: I MEDIA 

PARTE III: LA SOCIETA' DIVISA

 


di Tariq Mazbaan


La divisione nella società tedesca traccia una linea netta nella geografia del Paese: Est e Ovest. La popolazione dell'Est, a causa della sua storia di "socialismo reale" (nella DDR) e del suo malcontento dopo la "Riunificazione", tende a essere più scettica nei confronti dello Stato, dei media e della politica rispetto alla popolazione dell'Ovest, che è spesso più favorevole allo Stato e ai media.

Il cancelliere Olaf Scholz nega che ci sia una divisione sociale in Germania. A giustificazione di ciò, sottolinea che: "la maggior parte dei cittadini ha accettato prontamente di essere vaccinata". Ma alla fine ha rivelato dove è localizzata la nuova divisione: nelle politiche per la pandemia di covid – che hanno diviso la popolazione tedesca in due campi: da una parte i critici delle norme e gli obiettori alle vaccinazioni, dall'altra i cooperatori e i fautori della vaccinazione.

Certo, le statistiche ufficiali indicano che il 70% dei cittadini tedeschi è stato vaccinato. Ma il problema non è quantitativo, bensì qualitativo. Il fatto che il 70% sia vaccinato e il 30% no non polarizza di per sé una società e non provoca divisioni. Questa volta la divisione è stata una questione di fede profondamente emotiva, dispettosa e misantropica: gruppi pro-vaccinazione contro gruppi anti-vaccinazione; lealisti dell'autorità contro scettici dell'autorità. Ma questa è solo una descrizione superficiale della situazione. In realtà, nella società si era verificato qualcosa che nel dopoguerra non aveva precedenti per dimensione e intensità.

All'inizio della "Saga del Covid" nel 2020, quando la popolazione non era ancora condizionata dal mantra "la pericolosa pandemia", certe parole di scetticismo furono pronunciate da alcuni esperti di medicina, ai quali si aggiunsero presto sociologi, giornalisti, avvocati e altri. Di conseguenza, i media furono improvvisamente inondati da storie di orrore provenienti da tutto il mondo. Si seminarono panico e paura. Una minoranza aveva ancora domande e voleva spiegazioni. La maggioranza, afflitta da spavento e panico, voleva solo essere protetta. Il governo, sostenuto dai suoi media mainstream, emise restrizioni che diventavano di giorno in giorno più rigorose.

Gli scettici hanno continuato a chiedere trasparenza, migliore comunicazione e dati completi e accurati. Ma a tutt'oggi le istituzioni responsabili non sono riuscite a fornire statistiche e informazioni conclusive sull'andamento della crisi dei vaccini e sulla loro efficacia.

Le domande, le osservazioni e le argomentazioni di coloro che hanno criticato le restrizioni e l'abissale mancanza di informazioni sono state accolte con continui abusi e diffamazioni. Nei dibattiti pubblici sulle vaccinazioni e sui passaporti vaccinali i vincoli di comportamento sociale hanno iniziato a deteriorarsi rapidamente. L'amministrazione e i media tradizionali formarono un fronte unito e la maggioranza della popolazione si adeguò deferentemente. Politici, giornalisti, celebrità del mondo della cultura, della medicina e della scienza fornirono parole d'ordine e slogan per questa campagna: gli scettici della pandemia e i critici delle restrizioni furono etichettati come idioti, teorici della cospirazione, radicali di destra, cazzari, nazisti, scandalisti, nemici della società, "negazionisti covid" (suggerimento dei "negazionisti dell'Olocausto"), antisemiti e così via...

La dimensione sociale del danno causato da questa polarizzazione non può essere trascurata. Le amicizie, le relazioni familiari e i rapporti sul posto di lavoro sono stati bruscamente interrotti ogni volta che qualcuno è stato identificato come un critico delle politiche covid. Venivano considerati cattivi della società, potenziali colpevoli e nemici dello Stato. I politici e i media tradizionali hanno deliberatamente emozionato la società e fatto appello agli istinti più bassi delle persone. Per la loro causa, questi stessi politici e media hanno so sono appellati al pubblico per la "solidarietà"... un bisogno fondamentale della società umana che è stato eroso per decenni dall'ignoranza e dall'ideologia neoliberale dominante. La maggioranza dei devoti alle vaccinazioni ha sfruttato di riflesso il concetto di "solidarietà" tra di loro per distinguersi dagli scettici delle vaccinazioni in modo denigratorio.

Ora che è stata dimostrata l'inefficacia di questi vaccini e che presentano numerose complicazioni – da lievi a mortali – che non possono più essere ignorate o negate dai media complici, l'antagonismo si è in qualche modo calmato. I devoti della vaccinazione o fanno finta che nulla sia cambiato o presentano le loro convinzioni errate e troppo zelanti come piccole sviste.

Ma mentre i critici delle restrizioni e gli scettici della vaccinazione sperano in tempi migliori e in un certo grado di illuminazione, non credono in un ripristino dell'unità sociale che c'era prima della pandemia del covid. "La convivenza conviviale che avevamo in passato è ormai irrecuperabile".

Due autori, Markus Klökner e Jens Wernike, hanno compilato e pubblicato una raccolta di recenti dichiarazioni pubbliche rilasciate da personaggi di spicco, che trasmettono il decadimento dei valori e dell'etica della società – proprio il tipo di dichiarazioni che difendono (anche con la forza) i "valori occidentali" del "giardino" contro la barbarie rappresentata dalla "giungla"* al di là dell'Occidente. In definitiva, il libro espone un pericoloso sviluppo ideologico in Germania, il cui stadio finale è chiaramente indicato dagli autori alla fine del libro: Il fascismo.

Per citare alcuni esempi:

"Chiedo esplicitamente che vengano imposti disagi sociali a coloro che rinunciano volontariamente alla vaccinazione. Che l'intera Repubblica punti il dito contro di loro."  – Nikolaus Blome, responsabile del dipartimento di politica e società del gruppo mediatico RTL Germania ed editorialista online della rivista Der Spiegel

"Chiunque nutra dei dubbi (...) dovrebbe essere accolto con 'disprezzo civile'." – Jochen Rack, autore, Deutschlandfunk

Secondo un rapporto del servizio scientifico del Bundestag, "i negazionisti delle vaccinazioni sono in realtà criminali che, in caso di vaccinazione obbligatoria, possono essere sottoposti a misure coercitive".

"Il regolamento 2G non divide la società. Sono le persone che si rifiutano di vaccinarsi che ci stanno dividendo. Per essere più precisi, non si tratta di una divisione, ma della creazione di un gruppo scheggia di minoranza. La narrativa della 'divisione' è usata soprattutto dagli oppositori delle vaccinazioni per ritrarsi come vittime. Non lo sono". – Ingmar Stadelmann, cabarettista, conduttore televisivo e radiofonico

"Stiamo entrando in una fase in cui lo stato di emergenza sarà la norma. D'ora in poi saremo sempre in stato di emergenza." – Prof. Karl Lauterbach, Ministro federale tedesco della Sanità (SPD)

"La nostra economia e la nostra convivenza sociale crolleranno nel giro di un anno se non otterremo la vaccinazione obbligatoria universale." - Dirk Rossmann, direttore e fondatore della catena di farmacie Rossmann. (Ebbene, sembra che la sua profezia si stia avverando... anche se non a causa della mancata vaccinazione... ma piuttosto perché quegli stessi politici che spingevano per la vaccinazione – la coalizione di SPD, FDP e Verdi – stanno ora spingendo le loro politiche suicide contro la Russia e hanno creato ancora più divisioni nella società).

"La divisione della società sarebbe davvero una cosa così negativa? Dopo tutto, non si dividerebbe al centro, ma piuttosto a destra. E una tale 'appendice' non è strettamente essenziale per la sopravvivenza dell'intero complesso."Sarah Bosetti, comica televisiva [grassetto mio].

I due autori di questa raccolta e molti altri critici dell'amministrazione considerano le azioni dei politici e delle istituzioni durante la pandemia come "reati penali" e vogliono che questi individui affrontino la giustizia. Tuttavia, dubitano che ciò possa accadere, poiché la magistratura tedesca, altrimenti lodata per la sua "indipendenza", è ora considerata nient'altro che un agente vicario della classe dirigente. La Procura in Germania non è mai stata indipendente, ma è "vincolata alle direttive" e subordinata al Ministero della Giustizia.

I politici e i personaggi pubblici citati, che hanno condannato lo Stato e i media, non sono disposti a offrire delle semplici scuse e nemmeno a fare marcia indietro sulle loro dichiarazioni. Si sono addirittura vendicati definendo la pubblicazione delle loro dichiarazioni una "campagna diffamatoria" nei loro confronti.

Nella serie di traumi e divisioni che colpiscono la società tedesca, quella prodotta dalle restrizioni covid e dalle norme sulle vaccinazioni sembra la più bizzarra.

Un'altra divisione, le cui cause sono da ricercare nel sistema neoliberale e che non è riservata alla sola Germania, è quella tra ricchi e poveri, sulla quale non mi soffermerò in questa sede.

Non avendo ancora superato quest'ultima divisione, la Germania ha avviato un nuovo processo di polarizzazione: la guerra in Ucraina e l'odio per la Russia alimentato dall'amministrazione e dai media mainstream... che avrà conseguenze ben più gravi e a lungo termine.

La società tedesca si ritrova, ancora una volta, dominata dalla Paura. Uno stato di disagio e apprensione è stato ampiamente fomentato dall'amministrazione e dai media mainstream, che ha colpito i più fedeli allo Stato e ai suoi media. Le giovani generazioni sono terrorizzate dal cambiamento climatico e – per estensione – dal futuro. Un gran numero di persone teme di perdere il lavoro, di veder danneggiata la propria carriera e di subire intimidazioni o esclusioni se non si conformano alle narrative propagandate. Un'altra parte paventa gli effetti negativi (ora confermati) dei vaccini anti-covid e l'introduzione di un'ordinanza generale di vaccinazione obbligatoria. La maggior parte prova ansia per le attuali precarietà economiche e politiche. Tutti temono un'escalation della guerra, che potrebbe portare a un'apocalisse nucleare globale o almeno alla distruzione dell'Europa. Chi è al potere è preoccupato per le rivolte e l'anarchia come conseguenze delle proprie politiche.

E... non bisogna dimenticare l'onnipresente "paura dell'Altro" – l'imperitura xenofobia tradizionale (la paura degli stranieri, dei musulmani, degli "orientali", degli asiatici, degli africani, ecc.) – che di recente include Putin e il "suo popolo".

Come tutti sappiamo, "La paura mangia l'anima" *... e questa volta la Paura sta colpendo i tedeschi con forza da ogni angolo.

*   *   *

Note:

* Si tratta di un riferimento alla dichiarazione di Josep Borrel, Vicepresidente della Commissione europea: "L'Europa è un giardino... e la maggior parte del resto del mondo è una giungla che cerca di invadere il giardino...".

La comica televisiva Sarah Bosetti, nell'usare la parola "appendice", si è rifatta a una citazione del medico delle SS Fritz Klein, che lavorava nel campo di concentramento di Bergen-Belsen e che disse, riferendosi agli ebrei: "Per rispetto alla vita umana, toglierei un'appendice incancrenita da un corpo malato. L'ebreo è l'appendice incancrenita nel corpo dell'umanità."

* "La paura mangia l'anima" è il titolo di uno dei film di Rainer Werner Fassbinder  (1974).

Tariq Marzbaan

Tariq Marzbaan

 

Nato a Kabul nel 1959, dove ha vissuto fino al 1982 quando si è rifugiato con parte della sua famiglia a Peshawar in Pakistan, poi in Germania dove ha ottenuto la cittadinanza anni dopo. Attualmente risiede nell'Asia sudorientale. Ha conseguito un master in letteratura persiana e filologia tedesca, oltre a continui studi indipendenti sulla geopolitica, la storia e il colonialismo. Ha lavorato come fumettista politico, artista, ricercatore e traduttore di notizie, montatore cinematografico, sceneggiatore. Ha prodotto e diretto il suo film documentario-saggio sull'esilio "The Storm Bird", che è stato presentato nei festival internazionali. Editorialista per Al Mayadeen English.

"Il Waste Land è la terra del non-spazio e del non-tempo, la visione di un luogo di nessuno, che con la sua oscurità infrange ogni speranza, in cui gli abitanti si dibattono in un clima di disperazione e soffocamento."

- Angelo De Sio, nella sua analisi de 'La terra desolata', poema di T.S. Eliot

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