Foa, le FakeNews e la russofobia
di Danilo Della Valle
Molto si è discusso in questa settimana della eventuale presidenza Rai di #Foa e del fatto che per alcuni organi di informazione e per alcuni partiti politici il suo nome non sia idoneo a ricoprire il ruolo di Presidente. Tra le varie accuse ci sarebbe quella di essere "russofilo" e quindi automaticamente "spacciatore di fake". Il nesso tra essere russo, o filorusso, e spacciatore di #fake mi è sempre stato poco chiaro, visto che di fake "ufficiali", poi rivelatesi non vere, ne ho lette a centinaia tra le pagine dei giornali "autorevoli".
Eppure la storia ci dovrebbe insegnare il contrario, a proposito di fake a sfondo "russofobo" con un preciso scopo politico. Una su tutte: il falso testamento di Pietro il Grande. La Francia di Luigi XV, con l'aiuto di aristocratici polacchi, decise di redigere un finto testamento dello Zar russo in cui sembrasse che l'obiettivo della Russia fosse quello di conquistare tutta l'Europa. Ovviamente il finto testamento fu usato in chiave antirussa con la proposta di costituire una unione per formare una barriera impenetrabile tra l'Europa e la Russia. Nonostante il finto testamento fu smascherato già nel 1879, il contenuto ne ha influenzato il pensiero della politica europea ed occidentale in generale, se pensiamo che Truman nel 1945 fece riferimento a questo documento, probabilmente "dimenticando" il fatto che fosse falso.
Ed ancora oggi la vulgata politichese dice le stesse cose, come le diceva durante la guerra fredda in chiave antisovietica... insomma, i creatori delle fake incolpano gli altri di false notizie, che dire... il mondo gira alla rovescia!