Gossip o sciacallaggio? Su un articolo di Repubblica contro Asma Assad
Sta nascendo un mondo multipolare, al di fuori della comunità internazionale (USA, Unione Europea, Canada, Giappone e Australia), soprattutto in Medio Oriente c’è un gran fermento in direzione della pace e del rispetto reciproco delle potenze regionali dopo gli errori degli ultimi anni.
Non sembra interessare tutto questo a Repubblica, se non marginalmente, per raccontare i cambiamenti del Medio Oriente, a partire dalla Siria. Si va non solo sulla menzogna della “guerra civile” quando è stata guerra per procura attraverso bande terroriste provenienti da 170 paesi, ma si scivola sul pettegolezzo, sul gossip straccione.
La Siria dopo la guerra del 2011, in particolare spinta dalle monarchie del Golfo come Bahrein, Emirati arabi Uniti, Arabia Saudita, sta ristabilendo i suoi legami con il mondo arabo con il ripristino delle relazioni diplomatiche con Riad, Abu Dhabi, Manama. Uno scenario impensabile fino a pochi anni fa.
Non si esclude, tra l’altro anche un accordo ritenuto ancora più impensabile come quello tra Siria e Turchia. In questi giorni a Mosca, c’è un incontro tra i viceministri degli Esteri di Damasco, Teheran, Ankara con la mediazione della Russia
Questi eventi denotano una vittoria diplomatica della Siria dopo 12 anni di guerra, grazie al sostegno della Russia e dell’Iran in primis, senza escludere il ruolo della Cina.
Il ruolo della Cina e della Russia in questa nuova ondata di accordi di riconciliazione, con buona pace degli atlantisti, non si può escludere. Allora cosa fa Repubblica? Sfodera un articolo dal titolo “La Siria torna sulla scena internazionale e la first lady Asma al Assad tiene il cordone dei soldi”.
In pratica, secondo Repubblica, la First lady siriana oltre a non aver condannato la “repressione” del marito, adesso, con il terremoto avrebbe colto anche l’occasione per arricchirsi con il business degli aiuti umanitari post-terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria occidentale
A corredo di questa teoria si cita un’inchiesta del Financial Times, secondo la quale, dopo aver consultato “18 fonti vicini al regime” si parla di come Asma al Assad gestisca il “business degli aiuti umanitari” in accordo con la Ong da lei fondata. Non essendo quella dei “caschi bianchi”, ovviamente non va bene.
Prima di tutto, ogni paese sovrano, così come è la Siria, ha il diritto di scegliere il modo con il quale gestire gli aiuti e la ricostruzione.
Se ci saranno ruberie i siriani non resteranno a guardare.
Invece di pensare a che vestito avesse la signora Assad quando è andata negli Emirati, su Repubblica avrebbero potuto parlare del fatto che USA e Unione Europea hanno attuato la truffa della sospensione di 3 mesi delle sanzioni che già prima del terremoto strangolavano la Siria.
Del mancato invio degli aiuti umanitari da parte dell'occidente nelle zone controllate da Damasco, mentre i "cattivi" Russia, Cina, Iran, Cuba, Venezuela inviavano tonnellate di medicinali, generi alimntari, personale medico e per il ritrovamento dei superstiti.
Avrebbero potuto parlare delle migliaia di barili di petrolio che Washington ruba ogni giorno dalle sue basi illegali in Siria con le conseguenze che si possono immaginare per la popolazione, con l’energia razionata e una ricostruzione che stenta a decollare.
Insomma, un nuovo mondo si prefigura, media come Repubblica lo sanno, ma si illudono ancora con la retorica menzognera dei “dittatori ladri e sanguinari” tinta di gossip, di ingannare l’opinione pubblica.