Il Mali denuncia le osservazioni "odiose, profondamente razziste" di Macron
Il governo maliano di transizione ha chiesto, oggi, al presidente francese Emmanuel Macron di rcambiare la sua postura "neocoloniale, paternalistica e condiscendente" sul Mali per capire che nessuno può amare il Mali più dello stesso popolo maliano.
In una dichiarazione letta dal ministro dell'amministrazione territoriale e del decentramento, il portavoce del governo di transizione Bamako ha affermato di aver appreso "con profonda indignazione" delle dichiarazioni rese da Macron in merito ai presunti legami delle autorità con mercenari e gruppi paramilitari, definite "odiose" e profondamente razziste”.
Le dichiarazioni del presidente francese sono arrivate durante il suo tour in Africa, in particolare in Guinea-Bissau, il 28 luglio scorso.
Durante il suo tour Macron visitato tre paesi africani e la sua prima tappa è stata in Camerun, da dove ha definito ironicamente la Francia "amica dell'Africa ", promettendo che il suo paese avrebbe "fatto di tutto affinché... questo formato (di influenza russa) non si diffonde troppo" perché non crede che sia una cosa buona. "Particolarmente penso che non sia un bene per le persone."
La delegazione di Macron sta cercando di investire nei settori agricoli dei paesi per continuare a fare soldi attraverso l'Africa, il continente che ha portato Parigi dove è oggi attraverso l'imperialismo e il colonialismo.
Il governo maliano ha invitato Macron a ricordare la complicità e il ruolo negativo della Francia nel genocidio dei tutsi in Ruanda.
Macron "ha ribadito accuse errate affermando che le autorità maliane intrattengono rapporti con un gruppo paramilitare senza nemmeno fornire alcuna prova nonostante la smentita [di Bamako]. Peggio, ha evocato in queste osservazioni l'esercizio della violenza da parte delle autorità maliane, dando vita a uno specifico gruppo etnico della nostra nazione", si legge nel comunicato.
"Il governo di transizione condanna con il massimo rigore queste osservazioni odiose e diffamatorie del presidente francese e invita la comunità nazionale e internazionale a testimoniare queste accuse che potrebbero promuovere l'odio etnico e minare la convivenza e l'armonia tra i maliani".
Macron ha condannato la "violenza sistematica con il pretesto di combattere il terrorismo e prendere di mira il popolo Fulani", accusando le forze maliane di questi atti.
Parigi, durante circa 10 anni della sua presenza militare in Mali, non è riuscita a raggiungere alcun risultato tangibile in termini di sicurezza, instabilità politica ed economica del paese, scatenando ondate di risentimento popolare nei confronti della Francia, portando a due colpi di stato nel paese, il l'ultimo dei quali si è svolto a maggio 2021.
La giunta in Mali ha deciso di ritirare tutti i trattati di difesa con la Francia, adducendo "flagranti abusi" della sovranità nazionale.
Parigi non possiede più le basi legali per svolgere operazioni militari in Mali dopo che la nazione dell'Africa occidentale si è ritirata dagli accordi di difesa con la Francia, ha ricordato il governo maliano.