Il rapporto di Cuba 2024: i numeri devastanti del blocco USA
Da oltre sessant'anni, gli Stati Uniti impongono a Cuba un blocco economico, commerciale e finanziario che rappresenta una delle forme più gravi di sanzioni internazionali mai applicate a un paese sovrano. Questo blocco, condannato annualmente dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, continua a infliggere danni materiali ed economici devastanti alla popolazione cubana, costituendo una flagrante violazione dei diritti umani e fondamentali.
Un blocco che colpisce i diritti umani
Secondo Bruno Rodríguez Parrilla, ministro degli Esteri cubano, il blocco ha causato tra marzo 2023 e febbraio 2024 danni stimati in oltre 5 miliardi di dollari. Questo significa che l'economia cubana perde in media 421 milioni di dollari ogni mese, una cifra che si traduce in 13,8 milioni al giorno o 575.683 dollari all'ora. Questi numeri impressionanti, però, non raccontano l'intera storia del blocco. Dietro le statistiche si nasconde una realtà fatta di carenze materiali, medicine che non arrivano e una popolazione sempre più in difficoltà.
Rodríguez Parrilla nel presentare il rapporto del 2024 sui danni prodotti dal blocco, ha denunciato come questo sistema coercitivo sia il principale ostacolo allo sviluppo economico e sociale di Cuba, affermando che "nessun paese, neanche con un’economia più robusta, potrebbe sopportare un’aggressione così asimmetrica e prolungata senza subire pesanti conseguenze per il benessere della sua popolazione".
L'ipocrisia della politica estera statunitense
Nonostante il blocco venga giustificato dagli Stati Uniti come una misura di pressione contro il governo cubano per promuovere la democrazia e i diritti umani, la realtà dimostra una doppia morale profondamente radicata nella politica estera statunitense. Gli stessi Stati Uniti che si proclamano difensori dei diritti umani, mantengono un sistema di sanzioni che colpisce la popolazione civile cubana, privandola di risorse essenziali come cibo, medicinali e combustibili.
Il ministro cubano ha ricordato come il blocco sia parte di una strategia deliberata per causare sofferenza economica e sociale al popolo cubano, con l'obiettivo di indebolire il governo socialista dell'isola. Nel famoso memorandum del 1960 di Lester Mallory, allora sottosegretario di Stato, si affermava che gli Stati Uniti dovevano fare tutto il possibile per "provocare fame, disperazione e il rovesciamento del governo" cubano. Questa ammissione di intenti dimostra chiaramente la vera natura del blocco: una punizione collettiva che non risparmia nessuno, nemmeno i cittadini comuni.
Il peso del blocco sull'economia cubana
Se non ci fosse il blocco, secondo le stime ufficiali cubane, il PIL del paese sarebbe cresciuto dell'8% nel 2023. Tuttavia, le restrizioni economiche imposte da Washington impediscono alla nazione caraibica di accedere ai mercati internazionali, di commerciare liberamente e di attrarre investimenti stranieri. Inoltre, l'inclusione di Cuba nella lista dei paesi che "sostengono il terrorismo" è una misura aggiuntiva che rende ancora più difficile per il paese ottenere risorse finanziarie e materiali.
Nonostante alcune recenti aperture, come l'annuncio del governo statunitense di maggio 2024 riguardo a limitati cambiamenti nel quadro regolatorio del blocco, le misure più devastanti rimangono in vigore. Questo fa emergere ulteriormente l'incoerenza e l'ingiustizia della posizione statunitense nei confronti di Cuba.
L'opportunità di un cambiamento
Ogni anno, la comunità internazionale si esprime in maniera schiacciante contro il blocco. L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che a fine ottobre 2024 discuterà per la 32esima volta una risoluzione sull'embargo, continuerà a fornire un'opportunità per una riflessione seria da parte delle autorità statunitensi. Secondo Rodríguez Parrilla, "questa sarà una possibilità per il prossimo presidente degli Stati Uniti di correggere un'ingiustizia, pensando ai danni umanitari e alla credibilità della politica estera americana".
Il blocco contro Cuba rappresenta un esempio lampante della doppia morale statunitense in tema di diritti umani e politica estera. Mentre da una parte gli Stati Uniti si presentano come promotori della democrazia e della libertà, dall'altra infliggono sofferenze indicibili a una popolazione che, senza l’embargo, potrebbe migliorare significativamente la propria condizione. Le sanzioni continuano a rappresentare non solo un ostacolo allo sviluppo economico di Cuba, ma una grave violazione dei diritti fondamentali dei suoi cittadini.