Liberata con la figlia, una donna israeliana lascia una lettera ad Hamas
Danielle Aloni e sua figlia Emilia di 5 anni sono state tenute in ostaggio da Hamas per 49 giorni nella Striscia di Gaza assediata.
In base all’accordo per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, mediato dal Qatar, Danielle ed Emilia sono state rilasciate venerdì scorso.
Danielle, prima di lasciare Gaza, ha scritto una lettera ad Hamas: “Vi ringrazio dal profondo del mio cuore per la vostra straordinaria umanità dimostrata nei confronti di mia figlia Emilia".
Il braccio armato di Hamas, le Brigate al Qassam, ieri, hanno pubblicato la lettera sul loro canale Telegram alle ore 17:49 ora italiana.
Originariamente scritta in ebraico, la lettera è stata accompagnata da una traduzione in arabo, con una foto che ritraeva madre e figlia.
Si legge nella lettera scritta a mano in ebraico: "Lei (Emilia) riconosce di sentirsi come se tutti voi foste suoi amici, non solo amici, ma veramente buoni e gentili".
Danielle ha ringraziato anche per l’assistenza e le cure ricevute: "Grazie per le molte ore trascorse come badanti".
Ha inoltre ribadito che sua figlia non solo ha legato con i combattenti di Hamas, ma si è anche sentita una regina.
"I bambini non dovrebbero essere in prigione, ma grazie a voi e alle altre persone gentili che abbiamo incontrato lungo la strada, mia figlia si è sentita una regina a Gaza".
“Nel lungo viaggio che abbiamo fatto, non abbiamo incontrato nessuno che non sia stato gentile con lei, l'avete trattata con gentilezza e compassione", ha aggiunto.
Aloni ha mostrato comprensione per Hamas con queste parole: "Ricorderò il vostro comportamento gentile dimostrato nonostante la difficile situazione che avete affrontato e le gravi perdite che avete subito qui a Gaza".
Ha concluso la sua lettera con un auspicio di pace: "Vorrei che in questo mondo potessimo essere davvero buoni amici", oltre a fare i suoi auguri ai palestinesi: "Auguro a tutti voi salute e benessere... salute e amore a voi e ai figli delle vostre famiglie".
AGGIORNAMENTO
Sulla spontaneità della lettera sono stati sollevati giuste critiche e dubbi. In particolare rimandiamo a questo articolo del New York Post per un'informazione completa che riporta la testimonianza del cugino della donna.