Milei giura come nuovo presidente dell'Argentina e annuncia severe misure di austerità
Il nuovo presidente dell'Argentina, Javier Milei (La Libertad Avanza) ha prestato giuramento al Congresso e ha assunto la presidenza dell'Argentina per il periodo 2023-2027. Nel suo discorso di insediamento, Javier Milei ha promesso di promuovere una nuova era nel Paese e di lasciarsi alle spalle "decenni di fallimenti", come riferiscono i media argentini e internazionali.
"Io, Javier Gerardo Milei, giuro su questi Santi Vangeli, davanti a Dio e alla Patria, di svolgere con lealtà e patriottismo l'ufficio di Presidente della Nazione Argentina e di osservare e far osservare fedelmente la Costituzione della Repubblica Argentina per quanto mi riguarda. Se non lo faccio, che Dio e il Paese lo esigano da me", ha detto all'Assemblea Generale.
Javier Milei officially sworn in as president of Argentina. pic.twitter.com/XQU7qIq7f4
— Citizen Free Press (@CitizenFreePres) December 10, 2023
Il Presidente uscente, Alberto Fernández, gli ha quindi consegnato la fascia e il bastone presidenziale.
Victoria Villarruel ha poi prestato giuramento come nuova vicepresidente.
"Oggi inizia una nuova era in Argentina. Oggi poniamo fine a una lunga e triste storia di declino e iniziamo il cammino di ricostruzione del nostro Paese", ha dichiarato sulla scalinata del Congresso legislativo di Buenos Aires, dopo aver prestato giuramento.
Il nuovo presidente ha sottolineato che "gli argentini, in modo clamoroso, hanno espresso un desiderio di cambiamento che non ha ritorno".
"Non si può tornare indietro, oggi seppelliamo decenni di fallimenti, lotte intestine e dispute insensate. Oggi inizia una nuova era in Argentina, un'era di pace e prosperità, un'era di crescita e sviluppo, un'era di libertà e progresso", ha assicurato il fanatico neoliberista.
Milei ha tenuto il suo discorso davanti a migliaia di sostenitori che hanno gridato "Libertà, libertà!" e "Motosega, motosega!", alludendo al simbolo usato dall'attuale presidente nella sua campagna elettorale. Anche se forse non hanno ben compreso che quella kotosega non sarà utilizzataper tagliare privilegi e ingiustizie, quella motosega, in classico stile neoliberista, sarà utilizzata per tagliare diritti sociali, per ridurre lo Stato all’osso, favorire i profitti del settore privato.
A tal proposito, il nuovo presidente ha annunciato un un severo piano di aggiustamento – leggi austerità - sostenendo che questa è l'unica opzione per il Paese per superare la crisi economica.
"L'unica opzione possibile è l'aggiustamento, un aggiustamento ordinato che ricada con forza sullo Stato e non sul settore privato", ripetendo così la classica cantilena di ogni neoliberista in ogni parte del mondo.
Un modello che nel mondo non ha mai prodotto risultati se non aggravare le crisi economiche le cui conseguenze finiscono sempre per gravare sulle parti più deboli della società, mentre i più ricchi aumentano le proprie ricchezze.
Ma da buon ideologizzato neoliberista e mistificatore, Milei sostiene l’esatto contrario: “Per oltre 100 anni, i politici hanno insistito nel difendere un modello che genera solo povertà, stagnazione e miseria. Un modello che crede che i cittadini siano al servizio della politica e non che la politica esista per servire i cittadini. Questo modello ha fallito”.
Quindi, dopo aver fatto una radiografia dell'economia attuale, promettendo forti misure d'urto e prevedendo uno scenario di stagflazione, ha promesso che ci sarà "la luce alla fine del tunnel".
"Sappiamo che sarà dura", ha ribadito Milei, dopo aver riconosciuto che i cittadini dovranno fare "sforzi supremi e sacrifici dolorosi". Tuttavia, ha sottolineato che "l'unica via d'uscita dalla povertà è la libertà".
Milei prevede di ridurre drasticamente la spesa del settore pubblico, di realizzare riforme fiscali e privatizzazioni su larga scala, di eliminare una parte significativa delle restrizioni al commercio estero, il che faciliterà notevolmente le importazioni, di dollarizzare il Paese e di "azzerare" il coinvolgimento dello Stato nei progetti di costruzione di infrastrutture, dal momento che non ci sono fondi per questo nel bilancio.