Senza una riga di scuse Repubblica si rimangia 30 anni di menzogne

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Senza una riga di scuse Repubblica si rimangia 30 anni di menzogne

 

Cari amici, quand'è che vi svegliate? 

 

Confesso che sono sobbalzato quando ho visto la paginata de "La Repubblica" di intervista alla Stephanie Kelton esponente di punta della cosiddetta MMT e neo componente della squadra di economisti di Joe Biden. Il titolo è emblematico: "Quando i soldi finiscono si stampano". 

 

Bene, considerato che La Repubblica è l'organo ufficiale della sinistra liberal c'è da sorridere: per trenta anni ci hanno massacrato (non dico che cosa), parlando di "coperture" di "zerovirgola di deficit/pil" di "non ci sono i soldi" e ora? E ora? E ora? Così, come se nulla fosse virano di 180° gradi e dicono che quando non ci sono i soldi si stampano, come la nota "banda degli onesti" del film celeberrimo di Totò. Ecco, vorrei che i tanti amici che prendono per oro colato tutto ciò che viene stampato sulle colonne del giornale romano iniziassero un po' a problematicizzare. Cioè a dire, iniziassero a domandarsi come sia possibile che chi fino a ieri considerava giuste le vere e proprie crudeltà da SS della Commissione Europea oggi proponga una strada opposta, ovvero quella di coprire i deficit con la cosiddetta "monetizzazione". E già qualcosa non quadra; non si può dire per 30 anni una cosa, e poi così, all'improvviso abbracciare l'idea opposta (per quanto mi riguarda altrettando dogmatica rispetto alla precedente) senza manco una riga di spiegazione vera e magari un minimo di mea culpa. E già, io appartengo a quella categoria di persone che crede che la persona abbia diritto a cambiare idea anche in maniera integrale, ma spiegando la svolta, e magari ammettendo che prima si è sbagliato. Giusto, o no? 

 

E invece la Repubblica non dice nulla. Non spiega nulla, passa dalla furia mercantilista, deflazionista e monetarista che è stata il dogma dell'UE per trenta anni al suo esatto opposto, l'MMT, ovvero l'idea che si possa monetizzare, sempre e comunque. 

 

Poi, sapete come la penso io, considero criminali le politiche economiche della UE attuate in questi trenta anni ma non per questo sono disposto a credere alla MMT, anche se ora fa tanto glamour perchè le accoglie Biden (forse in parte, c'è la Janet a tenere a bada la Kelton). Sapete io sono di formazione marxista-collodiana. Ricordo benissimo le memorabili parole del Moro di Treviri nel suo Das Kapital a proposito della "stampa" di moneta (prego, andate al Libro III cap. XXX), e ricordo bene anche che fine fecero le monete d'oro che Mangiafoco regalò a Pinocchio quando questi accettò di sepellirle nel Campo dei Miracoli. 

 

Ecco, cari amici della sinistra liberal, dopo avermi per trenta anni sfrantumato spiegandomi i penitenziagite di Bruxelles ora per favore, non parlatemi del Campo dei Miracoli di Washington. O se lo fate non ditemi che è vero "perchèlodicelarepubblica", datemi una spiegazione credibile. O almeno provate a farlo. 

 

Se poi volete sapere come la penso, l'ho scritto sino allo sfinimento. Basta andare sull'Antidiplomatico ma anche su Contropiano. Però prima di andarci a rivedere studiatevi il concetto di Bilancia Commerciale, Saldo delle Partite Correnti e NIIP e poi riflettete sul fatto che governo della moneta non è solo economia, ma è la quinta essenza della politica sin dai tempi della Tetradracma di Pericle. E già, gli Stati Uniti hanno come sottostante a garanzia dei dollari che stampano 10mila testate nucleari, 12 carrier strike group, un numero imprecisato di sottomarini SSBN e una costellazione di basi in tutto il mondo: semplicemente con un simile sottostante la teoria economica che gli conviene diventa giusta per gli altri. Obtorto collo. 

 

A noi rimane solo la consapevolezza di non credere alle favole. Anche se le spacciano i Kompetenti (sic) de La Repubblica.

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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