Siria, l'Iran condanna saccheggio petrolio degli USA. Washington conferma permanenza truppe
L'Iran ha espresso, sabato scorso, la sua condanna contro l'attacco aereo statunitense nelle vicinanze della provincia siriana di Deir ez Zor, avvenuto in risposta a quello dei presunti droni iraniani contro una base statunitense.
In una nota, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, ha affermato che gli attacchi "terroristici" compiuti venerdì dagli Usa hanno colpito obiettivi civili e costituiscono una violazione del diritto internazionale e della sovranità siriana.
"La continua presenza militare illegale degli Stati Uniti e l'occupazione di parti del territorio siriano e l'attacco a vari obiettivi in ??questo paese è una violazione del diritto internazionale e della sovranità nazionale e dell'integrità territoriale di questo paese", ha aggiunto il portavoce.
Riferendosi all'intervento militare in Siria guidato da Washington, il portavoce ha sottolineato che si basa solo sul saccheggio di quella nazione. "La pretesa degli Stati Uniti di essere in Siria per combattere lo Stato islamico, nella creazione del quale essa stessa ha svolto un ruolo significativo, è solo una scusa per continuare l'occupazione e il saccheggio della ricchezza nazionale siriana, comprese le sue risorse, i prodotti energetici e i loro cereali", ha denunciato.
Le truppe restano in Siria
Da parte loro, da Washington hanno assicurato di voler mantenere la presenza militare in Siria con le dimensioni attuali, nonostante i recenti attacchi contro le sue strutture.
"Agiremo sempre per difendere le nostre truppe e questo non cambierà, la nostra missione di distruggere lo Stato islamico non cambierà. Abbiamo meno di 1.000 soldati in Siria dedicati a questo compito", ha ribadito, ieri, il coordinatore del Consiglio per le comunicazioni strategiche della Casa Bianca, John Kirby.
Il portavoce non ha escluso ulteriori attacchi di ritorsione contro i gruppi filoiraniani in Siria. "Non escluderei affatto la possibilità di ulteriori azioni statunitensi se il presidente lo ritenesse possibile e necessario per proteggere i nostri militari e le nostre basi", ha aggiunto.