Terremoto in Siria. Via le sanzioni o almeno tacete

4352
Terremoto in Siria. Via le sanzioni o almeno tacete

 

di Alberto Fazolo 

 

Dopo il terribile terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria è iniziata una pioggia di attestazioni di solidarietà a quei due paesi da parte di politici, opinionisti e operatori economici. Quando rivolta verso la Turchia è coerente, in quanto da anni è in corso un processo finalizzato a tenere il Paese nella sfera d’influenza occidentale. Questo processo ha alterni risultati, ma in ogni modo determina delle particolari attenzioni verso Ankara. Pertanto non stupisce la dimostrazione di solidarietà e vicinanza che presumibilmente si tradurrà anche in aiuti concreti.

Stupisce invece vedere alcune manifestazioni di solidarietà anche nei confronti della Siria. Io sono portato a pensare che certe cose siano possibili solo in presenza di una qualche forma di amnesia collettiva: molti di quelli che oggi dimostrano solidarietà alla Siria sono gli stessi che fino a qualche anno fa hanno scatenato una guerra contro quel Paese dilaniandolo, distruggendolo e affamandolo.
Verosimilmente si tratta solo di ipocrite prese di posizione finalizzate a millantare una sensibilità e una umanità assolutamente inesistenti, ma se così non fosse, non ci dovrebbero essere remore ad accogliere due semplici proposte:


1. INVIARE ALLE POPOLAZIONI COLPITE DAL SISMA LE RISORSE CHE ATTUALMENTE DESTINIAMO ALLA GUERRA.

2. RIMUOVERE LE SANZIONI ALLA SIRIA.

Il  paesi UE stanno destinando miliardi di euro ad alimentare una guerra che -al netto di ogni valutazione etica e politica- gli sta provocando dei contraccolpi economici: si spendono soldi per avere un danno economico, facendo una cosa immorale. Un completo nonsenso. Pertanto oltre che un gesto di umanità, dirottare le risorse dalla guerra ai terremotati non sarebbe una operazione a “costo zero”, bensì un qualcosa di economicamente vantaggioso. Ogni persona dotata di buon senso e in buona fede non esiterebbe un’istante nel sottoscrivere questa proposta.

Il discorso è diverso per quel che riguarda la proposta di rimozione delle sanzioni a Damasco. I paesi europei non hanno solo scatenato la guerra contro la Siria che ha portato morte e distruzione, ma hanno anche imposto delle dure sanzioni -tuttora in vigore- che stanno strangolando e affamando il Paese. La logica bellicista dei nostri governanti ha portato ad usare le sanzioni come strumento di guerra, ma tenerle in essere in questo momento sarebbe un criminale accanimento contro la popolazione civile. Tutti quelli che si dichiarano vicini alle vittime del sisma non possono far finta che le sanzioni non ci siano.
Va sottolineato il fatto che la rimozione delle sanzioni apporterebbe dei significativi vantaggi economici reciproci.

Queste due proposte sono di buon senso ed economicamente vantaggiose, chi non le vuole accogliere evitasse di fare ipocrite dichiarazioni di solidarietà e di sfruttare questa tragedia per tornaconto mediatico personale.

 

 

 

 

 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Come la post-verità diventa post-realtà di Giuseppe Masala Come la post-verità diventa post-realtà

Come la post-verità diventa post-realtà

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita   Una finestra aperta Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Caracas contro il fascismo e per la Palestina di Geraldina Colotti Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio di Marinella Mondaini Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Professioni e privilegi di Giuseppe Giannini Professioni e privilegi

Professioni e privilegi

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA di Gilberto Trombetta IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione di Michelangelo Severgnini La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Tempi duri per i poveri di Michele Blanco Tempi duri per i poveri

Tempi duri per i poveri

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis di Giorgio Cremaschi Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti