Torna al centro dell’attenzione il caso di Hannibal Gheddafi detenuto senza accuse in Libano dalla fine del 2015

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Nota della redazione. Torniamo sul caso paradossale di Hannibal Gheddafi - figlio del leader libico assassinato dai “ribelli” alleati della Nato nel 2011. Rapito in Siria (dove era rifugiato politico dal 2011) nel dicembre 2015 dal gruppo armato libanese Amal, da allora è prigioniero in Libano senza alcun processo né accusa specifica. Tutto viene ricondotto alla scomparsa, nel 1978, dell’imam libanese Moussa Sadr di cui non si sono avute più notizie. I seguaci dell’imam hanno sempre accusato il governo libico del tempo, ma senza prove. Di recente  E soprattutto all’epoca Hannibal Gheddafi aveva tre anni. Di recente, la tivù satellitare araba Mbc1 https://youtu.be/lvRUpIzYhIk?si=oCf84g3h7GNkCzNy ha intervistato Abdel Rahman Shalgam, ex ministro degli esteri libico, che nel 2011 agli inizi dell’insurrezione armata in Libia era ambasciatore presso l’Onu e passò subito con gli oppositori. Il personaggio, non sospettabile dunque di voler coprire il defunto leader libico e la sua famiglia, ha dichiarato che lo stesso Muammar Gheddafi non sapeva nulla del destino di Moussa Sadr.

Qualche aggiornamento sul caso di Hannibal nella nota che segue, di Middle East online 

Sono in corso iniziative ufficiali libiche riguardo al caso di Hannibal Gheddafi, figlio dell'ex presidente libico Muammar Gheddafi, detenuto in Libano dal 2015. La ministra della Giustizia libica Halima Ibrahim Abdel Rahman ha sollevato la questione con il ministro della Giustizia libanese a interim, il giudice Henry Al-Khoury, durante una conferenza dei ministeri della giustizia arabi questa settimana, nella quale si è discusso della possibilità di cooperazione tra i due paesi.

Hannibal Gheddafi si trova in una prigione libanese, per "aver nascosto informazioni relative alla scomparsa del fondatore del Consiglio islamico supremo sciita, l'Imam Musa al-Sadr, durante la sua visita in Libia nell'agosto 1978, su invito di Muammar Gheddafi."

Al-Sadr era stato il fondatore del movimento sciita Amal, ora guidato dal presidente del Parlamento del Libano, Nabih Berri dal 1980.

In un'intervista esclusiva rilasciata venerdì scorso all'Africa News Portal, l’avvocato Al-Bashir Al-Sid che difende Hannibal Gheddafi ha affermato che il dossier non fa passi avanti; ha anche ribadito che al momento della scomparsa dell’imam, l’assistito era un bambino. E’ ritenuto responsabile di nascondere informazioni solo perché è il figlio di Muammar Gheddafi.

Le autorità giudiziarie di Tripoli avevano chiesto ufficialmente al Libano di rilasciare Gheddafi in agosto, dopo che la sua salute era peggiorata a seguito di un lungo sciopero della fame per protesta. La difesa del prigioniero ha ripetuto di ritenere responsabili della sua incolumità tutte le autorità competenti, chiedendo l'intervento per liberarlo.

Secondo gli ufficiali giudiziari libanesi, il pubblico ministero libico Al-Siddiq Al-Sour aveva precedentemente inviato una richiesta al suo omologo libanese, Ghassan Oueidat, riguardante Annibale Gheddafi. La nota inviata da Al-Sur afferma che la cooperazione del Libano in questo senso potrebbe aiutare a rivelare la verità sulla sorte del religioso sciita libanese Musa Al-Sadr, scomparso in Libia nel 1978.

La nota chiede che Hannibal sia estradato in Libia o che gli sia permesso di tornare in Siria, dove viveva in esilio con la moglie libanese, Aline Skaff, e i suoi figli fino al rapimento da parte di un gruppo armato libanese, apparentemente allo scopo di ottenere informazioni su dove si trovasse Al-Sadr. La polizia libanese annunciò successivamente di aver arrestato Gheddafi nella città di Baalbek, nel nord-est del Libano, dove era detenuto, e da allora si trova in una prigione di Beirut.

Il figlio del defunto leader libico ha dichiarato più volte che ciò che gli sta accadendo (un incarna la portata dell’ingiustizia ed espone la corruzione della magistratura libanese. Ha affermato anche: "I governanti libanesi condizionano il mio rilascio alla rinuncia a fondi libici pari a 2 miliardi di dollari", aggiungendo: "Le persone che mi hanno rapito dalla Siria hanno chiesto denaro in cambio della mia libertà fin dal primo momento".

Nel frattempo, il caso resta senza una soluzione giudiziaria, nonostante gli interventi da parte di autorità giudiziarie e politiche libiche e le trattative tra il collegio di difesa e la commissione incaricata del caso Al-Sadr. .

Il Consiglio presidenziale libico aveva annunciato la formazione di un comitato presieduto dalla ministra della Giustizia Halima Al-Bousaifi per dare seguito al caso e ha ordinato la formazione di un organismo di difesa incaricato di seguire il caso presso le autorità e dei tribunali libanesi al fine di garantire un processo equo, ma i risultati del suo lavoro non sono ancora stati annunciati.

 

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