Un soldato bielorusso nel reggimento ucraino Azov: "Ho dei conti di sangue in sospeso con i comunisti"

Un soldato bielorusso nel reggimento ucraino Azov: "Ho dei conti di sangue in sospeso con i comunisti"

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Intervista ad un soldato bielorusso nel reggimento ucraino «Azov» (combattente della squadra "Pogonya" - "Caccia") con il nome di battaglia «Kim» pubblicata da Radio Svoboda.

Intervista originale disponibile al link di seguito, pubblicata il 18.09.2015 https://nn.by/?c=ar&i=156593&lang=ru

 

Kim, ci è stato detto che sei stato ferito a Shirokino. Quando e come è successo? Ti sei ripreso dopo essere stato ferito?

-E ' successo il 22 marzo. Durante il cambiamento della posizione sull’ala destra di prima linea nel villaggio Shirokino [cittadina della Regione di Donetsk a est di Mariupol] sono caduto sotto il fuoco di una batteria di mortai nemica, che mi ha provocato ferite sul torace (mi salvato il giubbotto antiproiettile, le schegge non hanno toccato organi vitali) e una contusione. Grazie alla professionalità dei medici militari, ho potuto rientrare in servizio già un mese dopo.

 

Da quanto tempo sei nella zona ATO [Operazione Anti Terrorismo]?

-Da quasi un anno. Ora faccio presto servizio a Mariupol [principale centro costiero della Regione di Donetsk].

 

Perché ha deciso di andare in guerra?

-Ogni volontario che è venuto in guerra, ha i suoi motivi. Non faccio eccezione. Le ragioni sono tante. Primo: in me scorre sangue ucraino: ho lontani parenti ucraini. Secondo: ho dei conti di sangue in sospeso con i comunisti. Molte persone innocenti sono state uccise, gettate in prigione ed esiliate. Nemmeno la mia famiglia è stata risparmiata da questo dolore. E adesso la Russia, come successore del sovok [lett. "paletta" espressione gergale e denigratoria per riferirsi all’ URSS], dà prova di aggressività e cade in un "abisso rosso". Terzo: la guerra non è solo per L'Ucraina, ma anche per la Bielorussia. Se non fermare l'Orda [riferimento storico al sistema politico militare mongolo] russo putiniana adesso, il prossimo potrebbe essere il nostro paese [red. Bielorussia]. L'aumento della potenza militare della Federazione Russa, anche in Bielorussia, lo dimostra chiaramente.

 

- Cosa facevi in precedenza? Da dove vieni? Quanti anni hai?

- Ho 22 anni. E ' tutto quello che posso dire.

 

E ' difficile entrare nella squadra "Pogonya"?

- Dunque, tanto per cominciare, è necessario passare attraverso una serie di controlli interni. Se si passano i controlli senza problemi, si viene assegnati ad un battaglione e un reggimento, dove si deve dimostrare di possedere i requisiti, principalmente fisici, richiesti dall’ unità. La squadra "Pogonya" non è mai stata un'unità militare separata. I nostri combattenti sono stati distribuiti in diversi battaglioni ucraini.

 

Ricorda il tuo primo scontro. Com’è stato? Come ti sei sentito quando hai sparato a un uomo per la prima volta?

- La prima battaglia quasi per ogni persona, anche se perfettamente addestrata in teoria, è una miscela di paura animale, incomprensione di ciò che sta accadendo, fuoco, terra e cemento. La cosa principale in questa situazione è avere fratelli in armi esperti o un comandante che possa scuotere te e il tuo corpo dallo stato di torpore. E poi la cosa più importante è non perdere la testa e ascoltare attentamente le istruzioni di combattenti esperti. Per quanto riguarda le sensazioni riguardo al primo tiro con l'arma in una situazione di combattimento, avevo solo un pensiero nella mia testa: "o lo uccido io o uccide me”. Tuttavia, non mi pento di nulla.

 

Ha dovuto combattere direttamente contro il personale delle unità militari dell'esercito russo?

- Si', ho dovuto. In generale, gli "orchi" hanno una chiara distinzione. Le normali unità separatiste non dispongono mai di armi più pesanti di mitragliatrice o di un mortai da ottanta millimetri. E il resto indovinatelo voi.

 

Non ti sei mai pentito di essere andato in guerra?

- Il mio arrivo in guerra è stato assolutamente ponderato e valutato. Finora, per fortuna, non ho dovuto pentirmi di nulla. Inoltre, è proprio qui in guerra che ho incontrato i miei amici più cari, che sono anche i miei fratelli in armi.

 

Il famoso corrispondente militare russo Arkady Babchenko ha detto che dopo un po' di tempo in guerra la motivazione patriottica o ideologica del soldato scompare lasciando semplicemente la volontà di combattere “per me stesso e per il mio vicino”? Sei d'accordo con questo? È vero che dopo un po' di tempo le persone in guerra maturano motivazioni del tutto diverse?

- Solo parzialmente. Come so per certo, le cose stanno così solo per i terroristi [si allude alle forze militari delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk] Molti di loro da tempo hanno perso ormai da tempo la motivazione e combattono, piuttosto, ciecamente e per abitudine. Dalla parte ucraina questo fenomeno non si osserva nelle unità volontarie. I ragazzi sono ancora disposti a sacrificare la vita per ogni centimetro della loro terra. E il tempo gioca a nostro favore. Perché è la guerra che lega le persone in legami molto più forti del semplice servizio o amicizia. I combattenti diventano una sola famiglia. E questo è un fantastico incentivo in più.

 

Come è costruita la struttura della squadra "Pogonya"? Come si coordina l'attività della squadra?

- Sono nella squadra fin dall'inizio, ma anche io non ho tutte le informazioni su ciò che è accaduto o che sta accadendo all'interno della squadra. Per motivi di sicurezza fin dall'inizio, la struttura della squadra è stata costruita in modo che ogni partecipante possedesse solo le informazioni che gli erano direttamente necessarie. Ad esempio, i combattenti della squadra distaccati in un battaglione non conoscevano quelli distaccati in un altro. I volontari della squadra, con l'aiuto dei commilitoni, conoscevano solo alcuni combattenti con cui lavoravano direttamente. Su come avviene il coordinamento, non vorrei parlarne, ancora una volta per motivi di sicurezza.

 

Come sei entrato nel reggimento "Azov"? Perché ha scelto questa divisione?

- Sono entrato in "Azov" sulla base di una selezione che era una per tutti. Il reggimento è sempre stato, fin dai primi giorni, uno dei più disciplinati e selezionati. Al suo interno non c’è mai stata e non ci sarà mai gente qualunque. La disciplina (tra cui il divieto totale di alcol e droghe), una forte cornice ideologica, addestramenti speciali e numerosi, atmosfera da famiglia unita, vicinanza fra soldati e ufficiali, tutto questo e molto altro hanno fatto e fanno ancora di «Azov» se non la divisione con la maggiore capacità combattiva, una delle prime in Ucraina.

 

Quanti bielorussi combattono in "Azov" e quali perdite hanno subito durante la guerra?

- Rispetto al numero esatto di bielorussi non posso parlare, e non ne vedo il motivo. Per quanto riguarda le perdite non abbiamo avuto, per fortuna, alcun “cargo 200"  [in gergo miliare “cargo 200” sta per morto, “cargo 300” per ferito]. Durante L'operazione a Shirokino, pochi uomini hanno subito ferite leggeri e lievi contusioni.

 

Nel complesso quanti bielorussi credi che combattano in Donbass?

- Al momento, circa 40 uomini. Molti dei bielorussi che hanno combattuto all'inizio della guerra non combattono più. Il numero, ovviamente, sarebbe molto più grande se fosse stata approvata la legge sulla cittadinanza per i partecipanti stranieri ATO.

 

Quali sono i sentimenti della popolazione locale nei confronti dei volontari bielorussi in Donbass?

- Purtroppo, tra la popolazione locale ancora molti sostengono la Russia e la loro amata "Sovok". Ma nella maggior parte dei casi le persone, sentendo il mio accento, sono sorpresi e mi  chiedono spiegare perché un bielorusso difenda l'Ucraina. E fa piacere che molti ci augurino successo,  salute, e siano disposti ad aiutarci.

 

Nella società bielorussa, l'atteggiamento rispetto ala partecipazione dei bielorussi nella guerra in Ucraina non è univoco. Alcuni dicono che tutto questo non salverà comunque l'Ucraina e per i volontari stessi e in generale per la società bielorussa avrà conseguenze negative. Cosa gli risponderesti?

- Come possono le persone che hanno sentito e visto la guerra solo nei film parlare di questo? La squadra "Pogonya" non aveva intenzione e non ha intenzione di prendere parte ai giochi politici bielorussi. Ognuno di noi è un combattente professionista:  posso promettere anche a nome di molti di noi che in caso di invasione dell'aggressore, saremo una delle prime unità che si precipiteranno a difendere il suolo della patria. Facendolo non peggio, ma sotto molti aspetti meglio di gran parte dell'esercito bielorusso, che non ha mai visto la guerra e studia tattiche sovietiche, ormai inutili da decenni.

 

Quali opinioni politiche prevalgono tra i combattenti della squadra? E quali punti di vista aderisci tu personalmente?

- Assolutamente tutti i ragazzi sono patrioti del loro paese. Siamo tutti nazionalisti nel senso buono della parola. Salvare la cultura nazionale, le tradizioni, la storia e coscienza nazionale. Questo è ciò per cosa ogni popolo deve lottare. Fanatici ed esaltati non ci sono e non ce ne sono mai stati.

Per quanto riguarda me personalmente, sono un sostenitore della democrazia limitata. Non ho niente contro i gay, ma non credo che dovrebbero poter adottare bambini. Non sono contro le minoranze nazionali, ma sostengo la rigidità delle leggi sull'immigrazione. Non sono contro la democrazia, ma per l’esclusione delle sui aspetti più insensati.

 

Che tipo di persone di solito vanno a combattere dalla Bielorussia al Donbass? È possibile comporre il loro ritratto generalizzato?

- Gente del tutto eterogenea. Sono contento che ci siano anche rappresentanti della vecchia generazione. Ma per quanto riguarda la maggior parte sono ragazzi giovani di età compresa tra 20 e 25 anni, perfettamente addestrati sia moralmente che ideologicamente sia che fisicamente.

 

Avete intenzione di tornare in Bielorussia? Temete la persecuzione da parte della KGB?

Se se ne presenta l’ opportunità tornerò a casa sicuramente. E per il resto chi vivrà vedrà.

 

Se in caso torna in Bielorussia, che cosa farà?

- Cercherò di tornare alla mia professione, che non era solo il mio lavoro, ma anche un hobby. Anche se, naturalmente, vorrei servire in una delle unità delle forze speciali in Bielorussia. Solo è improbabile che il governo attuale sia in grado di valutare e accettare l'esperienza di una persona che ha avuto esperienza di guerra.

 

In Bielorussia in questo momento c'è una campagna elettorale. Pensi che i bielorussi dovrebbero andare in piazza nella situazione di oggi?

- I Bielorussi ancora una volta voteranno in maggioranza Lukashenko. Naturalmente, brogli elettorali nelle elezioni presidenziali ce ne sono sempre stati, ma la gente comunque andava e andrà ancora al seggio per mettere nel segreto dell’urna la spunta sul nome dell'attuale presidente. Il motivo per cui l'opposizione è crollata definitivamente questo: le persone che dalla metà degli anni '90 ripeto gli stessi slogan suscitano più disgusto che il desiderio di ascoltare il loro discorso fino alla fine. I leader dell'opposizione definitivamente hanno perso il contatto con la realtà, e soprattutto con il popolo. Hanno smesso di interessarsi alla gente molto tempo fa.

Tutti letteralmente gridano: nel paese va tutto male, non c'è niente si va alla rovina. E qui sorge una domanda ragionevole: cosa vi impedisce di aiutare le persone? Nelle sede di ciascuno dei candidati alla presidenza ci sono diverse decine di avvocati professionisti, economisti, politologi e così via. Quindi cosa gli impedisce di proporre, proprio ora, alla vigilia delle elezioni, il loro piano per salvare il paese? Dove sono i programmi sociali, dove le vere iniziative per lavorare con gli strati del popolo più colpiti? Sfortunatamente, l'opposizione da tanto tempo interessa solo al processo politico stesso, e non al suo risultato.

 

Allora, per chi la gente comune scende in piazza?

-Le autorità rimarranno al potere fino a quando sul tavolo ci sarà una scodella di minestra e un pezzo di pane, fino a che ci sarà un lavoro qualsiasi, e la TV sarà felice di fare servizi su quanti gol ha fatto Lukashenko nell’ennesima partita di hockey.

 

Ha simpatia per qualche politico bielorusso?

-Di tutti gli esponenti dell'opposizione mi piacciono solo due persone: Nikolai Statkevich e Pavel Severinets.

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