Roberto Saviano e Yoani Sánchez, ma quante menzogne su Cuba

Roberto Saviano e Yoani Sánchez, ma quante menzogne su Cuba

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di Roberto Cursi

 

Potrei iniziare subito con una lunga lista di cose che Roberto Saviano non sa sulla blogger e giornalista Yoani Sànchez. Il fatto che lui non le sappia lo penso io, perché mi rimane difficile credere il contrario quando lo vedo sostenere con tanta convinzione la giornalista cubana, ma prima vorrei spendere alcune parole sui tweet che Saviano ha pubblicato su Cuba.

Il tweet che ha postato su Yoani Sànchez intervistata dal “Corriere” è in buona compagnia, perché ne ha pubblicati altri tre su Cuba.
Nel primo di questi suggerisce di leggere una intervista, sempre al “Corriere”, fatta a un altro cubano, e twitta: “Per tutti coloro che cercano di capire le rivolte di Cuba consiglio questo articolo dello scrittore Carlos Manuel Álvarez”.

Conoscendo chi è Carlos Manuel Álvarez e la sua rivista “El Estornudo”, già sapevo con certezza che taglio avrebbe avuto il contenuto dell'articolo.

Lo scrittore cubano è direttore della rivista che si presenta come testata “indipendente” cubana, anche se la quasi totalità di chi scrive vive fuori dall'Isola. Lui stesso ha lasciato Cuba da circa sei anni e ora vive a New York.
Come è accaduto anche con Yoani Sànchez, prima di farlo conosce al grande pubblico, anche Álvarez è stato formato all'uso delle tecnologie digitali e ben preparato su come e cosa scrivere contro Cuba.

Solo dopo che qualcuno ha reso pubblico i finanziamenti che le varie testate “indipendenti” cubane ricevevano, lo “El Estornuto” ha dovuto ammettere che il loro denaro arriva dal NED.

Il “NED” (National Endowment for Democracy), come riporta il suo stesso sito, è «una fondazione indipendente dedicata alla crescita e al rafforzamento delle istituzioni democratiche in tutto il mondo. […] nonché di molti individui che fanno parte di una energica società civile in garanzia dei diritti umani, l'indipendenza dei media e dello stato di diritto […] Finanziato in gran parte dal Congresso degli Stati Uniti il NED è rimasto fermamente bipartisan, creato congiuntamente da repubblicani e democratici».

Solo per Cuba, negli ultimi quattro anni, il NED ha finanziato quasi 2 milioni e 5000.000 mila dollari alle varie testate giornalistiche “indipendenti” e ai molti “dissidenti” dell'ultima ora.
Il NED contribuisce solo in minima parte all'enorme flusso di denaro che viene destinato contro Cuba, essendo solo una delle tante agenzie, enti o fondazioni che finanziano i loro pupilli in giro per il mondo.

Molto più importante è la “USAID” (U.S. Agency for International Development) che insieme al Dipartimento di Stato americano – sotto l'Amministrazione Trumph – ha speso circa 40 milioni di dollari destinati a finanziare qualsiasi progetto che contribuisca alla caduta del sistema socialista cubano.
Un capitolo a parte dovrebbe essere dedicato alla “Open Society Foundations” del multi miliardario George Soros (altra grande finaziatrice), sempre in prima linea nelle rivolte pilotate nei Paesi non allineati al pensiero neoliberista, come ad esempio la rivoluzione arancione in Ucraina [1].

Chiunque fosse a conoscenza di quello che ho appena riportato poteva già immaginarsi il contenuto dell'articolo sul “Corriere” che Saviano suggeriva di leggere. Infatti una volta letto ne ho avuto la conferma.

Basta citare solo una delle affermazioni che Carlos Manuel Álvarez rilascia nell'intervista per capire come le menzogne vengono riprese e diffuse dai grandi media e poi rese “credibili” con l'avvallo di persone come Roberto Saviano e molte altre.
L'intervistato Carlos Manuel Álvarez afferma: «Per ora (a Cuba), ci sono arresti, sparatorie, perquisizioni nelle case, morti, reclutamenti forzati, pestaggi di civili indifesi ad opera di militari». 

Ma come si fa a condividere affermazioni del genere quando in tutte le proteste svolte nelle varie città c'è stato un solo morto. Non si possono divulgare menzogne con così tanta leggerezza. No, chi è serio non lo fa!

L'unico morto nelle proteste di Cuba è il 36enne Diubis Laurencio Tejeda, già detenuto per furto e altri piccoli reati, per il quale la forza di polizia si è subito rammarica per l'accaduto tramite un comunicato.
L'uomo, insieme a molti altri armati di bastoni, pietre e qualche machete, ha tentato di assaltare il posto di polizia, avendo già vandalizzato abitazioni, incendiato container e recato danni a linee elettriche. Poi, nell'assalto contro la polizia è avvenuto l'incidente mortale.
Bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di riportare l'accaduto e non di inventarsi fatti senza prima verificarne la veridicità.

Caro Roberto, ma tu sapevi o no che Yoani Sánchez nell'intervista rilasciata al “Corriere” ha mentito? E tu, ne hai anche consigliato la lettura.

La blogger afferma che “i video sui social raccontano di diversi morti” e sul suo “14ymedio” pubblicava che erano addirittura 5 mila gli arresti, ma poi al “Corriere” dice che “non c'è un numero ufficiale” e che “gli attivisti delle proteste hanno diffuso un lista di 120 persone”.
Ma come, non erano 5 mila? E i video dei vari morti assassinati dalla polizia dove sono? Chi l'ha mai visti?

Forse Yoani Sánchez tra i morti mette anche la drammatica uccisione del bambino col volto insanguinato, la cui foto è stata fatta girare su tutti i social dicendo che era stato ucciso dalla polizia cubana mentre era un bambino venezuelano morto in uno scontro tra bande rivali.
L'ennesima fake tra le centinaia che abbiamo visto in questi giorni diffuse da tutti i grandi media.

Non voglio spostare l'argomento sul “doppiopesismo” di Saviano e della Sánchez, ma mi piacerebbe sapere almeno da lui perché non ha mai speso una sola parola sui massacri che sono avvenuti negli ultimi anni in Colombia e che tutt'ora continuano, e invece si strappa le vesti quando parla di Cuba andando a diffondere evidenti falsità. 

In Colombia, solo nei primi sette mesi del 2021, ci sono stati 221 morti assassinati dalla polizia dell'Esmad nelle manifestazioni di piazza, senza contare le decine di violenze sessuali denunciate da giovani ragazze. In oltre dal decennio passato ad oggi sono stati accertati ben 6.402 civili assassinati dall'Esercito; vengono chiamati Falsi positivi [2], facendo credere all'opinione pubblica mondiale che erano guerriglieri delle Farc o di altre organizzazioni mentre erano giovani, “campesinos” o disoccupati.

Questi crimini li ha ammessi anche lo stesso ex Presidente colombiano, Juan Manuel Santos Calderón (Premio Nobel per la Pace), chiedendo perdono solo dopo che non si poteva più nascondere l'accaduto.

A me sembra che Saviano non ha consumato una sola goccia d'inchiostro per denunciare questi massacri. Almeno sulla testata “14ymedio” della Sánchez, anche se solo come cronaca, qualcosa è stato pubblicato.

Sulla Colombia, che è alleata strategica degli Usa in America Latina, si chiudono gli occhi, mentre su Cuba si sprecano fiumi di parole per un solo morto.
Complimenti, veramente complimenti.

Ma forse anche in questo caso Saviano è in buona fede perché è allo scuro di quei crimini, altrimenti penso che li avrebbe denunciati.
Certo, che se fosse così sarebbero un po' troppe le cose su cui dovrebbe informarsi.

Per quanto riguarda Yoani Sánchez posso colmare io questa sua mancanza, e riportargli alcuni fatti che riguardano la blogger cubana, in modo che in futuro potrò togliermi qualsiasi dubbio se il suo sostenerla è parte di una sincera battaglia di principi e valori o è solo una posizione ideologica e di convenienza. 

Per togliermi questo dubbio chiederò ancora a Saviano: Caro Roberto ma tu sapevi o no che Yoani Sànchez...

continua...

 

leggi la prima parte

 

[1] Soros e le Rivoluzioni colorate:

https://www.remocontro.it/2015/01/15/soros-padrino-kiev-dopo-decenni-trame-brvi-sveliamo-i-segreti/

 

[2] Colombia, 6.042 civili assassinati (Falsi Positivi): https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/05/21/in-colombia-duque-nomina-ramirez-nuova-ministra-degli-esteri-una-vecchia-conoscenza-di-uribe/6205301/

 

Roberto Cursi

Roberto Cursi

Sono nato a Roma nel 1965, passando la mia infanzia in un grande cortile di un quartiere popolare. Sin da adolescente mi sono avvicinato alla politica, ma lontano dai partiti. A vent'anni il mio primo viaggio intercontinentale in Messico; a ventitré apro in società uno studio di grafica; a ventiquattro decido di andare a vivere da solo. Affascinato dall'esperienza messicana seguiranno altri viaggi in solitaria in terre lontane: Vietnam, Guatemala, deserto del Sahara, Belize, Laos... fino a Cuba.

Il rapporto consolidato negli anni con l'isola caraibica mi induce maggiormente a interessarmi della complessa realtà cubana.

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