«Non conosco personalmente Michelangelo Severgnini, ma da pochi mesi ho iniziato a leggere i suoi articoli pubblicati su l'AntiDiplomatico. Il mio contributo vale solo per quello che, con i suoi racconti scritti, ci porta a conoscenza. La sua è una luce su realtà del tutto oscurate dai media occidentali. Spero che in molti si aggiungano, contribuendo a far conoscere il suo film, L'Urlo, in modo che quella "piccola" luce possa riuscire a trasformarsi in un potente faro puntato sulla tragedia di quei tanti migranti-schiavi.»
Questo è quello che ho scritto pochi giorni fa nei commenti sulla pagina della raccolta fondi aperta da Severgnini per coprire le spese della proiezione de “L’Urlo”, per le quali chiunque può contribuire con solo qualche euro.
Come ho scritto, con Michelangelo non ci siamo mai incontrati, né personalmente e né sui social (che non frequento). Di lui so veramente poco e quel poco lo so grazie alla lettura di qualche suo articolo sull’AntiDiplomatico, tutti raccolti nel blog “Exodus”. (link https://www.lantidiplomatico.it/news-exodus/20/20/41939/)
L’ho voluto chiarire per portare a conoscenza che Severgnini non sa niente della pubblicazione di questo mio articolo, fin quando non lo vedrà pubblicato. Può anche darsi che avrebbe preferito non scrivessi nulla in proposito; non lo so, se così fosse spero non se la prenda più di tanto per questa mia personale iniziativa.
Spiegato ciò, arrivo al punto.
In uno dei suoi ultimi articoli, dal titolo “Schiavi in cambio di petrolio illegale. Appello per “L’Urlo”: il film che nessuno osa trasmettere”[1], ci aveva spiegato tutte le difficoltà incontrate per far vedere al pubblico il suo film:
«Nel corso del 2020 e del 2021 diverse circostanze hanno frenato, se non proprio ostacolato, la post-produzione del film. Una volta terminato, alcuni mesi fa, il film si è visto chiudere tutte le porte dei festival e delle televisioni. La verità che emerge da questo film è davvero così scomoda?
[…] Non credo di essere eccessivo se affermo che il potenziale delle cose raccontate nel film può riscrivere da solo 10 anni di narrazione sulla migrazione dall’Africa. Non per merito mio, ma per merito di chi in questo film parla. […] sono convinto che venga detto e mostrato a sufficienza per ribaltare il tavolo di discussione su questo argomento.
[…] Il prossimo 24 dicembre si dovrebbero tenere nuove elezioni in Libia dopo le ultime del 2014. Il potere usurpatore insediato a Tripoli dalla NATO e dall’UE vacilla, povero del consenso della gente. In tutti i modi i Fratelli Musulmani stanno cercando di annullare le elezioni o almeno di pilotarle, mentre d’altro canto minacciano di difendere Tripoli con le armi qualora vincitore delle elezioni sia qualche candidato estraneo al loro potere.
Per questo motivo credo che il momento sia adesso. Vorrei che questo film fosse proiettato a Roma nelle settimane precedenti al 24 dicembre.
[…] Pertanto ho bisogno del vostro aiuto. Servirà una sala per la proiezione e un coordinamento stampa, qualche fondo e soprattutto la volontà politica di concederci una vittoria su un tema importante. Una volta tanto.»
Dieci giorni dopo, il 23 novembre, Severgnini ha fatto seguire un altro articolo, “Più simposi, meno bavagli: ‘L'Urlo’ sarà proiettato a Roma il 17 dicembre”[2], dove, tra altre cose, ci dice che finalmente è riuscito a trovare una sala per la proiezione del film:
«Il prossimo 17 dicembre alle ore 18 presso il Teatro Flavio di Roma avremo la possibilità di proiettare in un luogo pubblico il film “L’Urlo”, dopo 2 anni di porte chiuse e censure preventive. Saremo a pochi metri dai palazzi del potere. E saremo a pochi giorni dalle prossime elezioni in Libia (il 24 dicembre) alle quali l’informazione di regime dedicherà quante meno parole possibili e quelle poche avranno il compito di confondere le idee dei lettori europei per non dire che a Tripoli da anni si susseguono governi illegittimi non suffragati dal voto popolare, calati dall’alto e sostenuti dalle diplomazie dei Paesi NATO.
Ma noi che non amiamo i bavagli, ma amiamo i simposi, abbiamo fatto parlare i Libici e questi ci hanno raccontato un’altra storia.
[…] Per questo motivo abbiamo bisogno di un piccolo sostegno per scrivere un capitolo di lotta al Pensiero Unico, al di là delle dirette conseguenze che queste elezioni in Libia possono avere per l’Italia. Abbiamo pertanto lanciato una piccola raccolta fondi per coprire le spese dell’affitto della sala, dei biglietti degli ospiti e di un minimo di promozione.
Abbiamo bisogno solo di 500 € la cui copertura chiunque può contribuire, secondo le proprie possibilità, a raggiungere.»
Questo è il link (https://www.gofundme.com/f/proiezione-del-film-lurlo-il-17-dic-a-roma) segnalato da Michelangelo Severgnini per poter contribuire alla copertura delle spese. E queste che seguono sono le parole che ha usato per spiegare il motivo della sua richiesta:
«L’Urlo, il film che nessuno osa trasmettere.
Il 17 dicembre alle 18 al teatro Flavio di Roma abbiamo la possibilità di dimostrare che questo film esiste, grazie al tuo aiuto.
La proiezione avverrà una settimana esatta prima delle elezioni in Libia, a distanza di 7 anni dalle precedenti.
Il rischio di una nuova guerra devastante si fa sempre più concreto, qualora ancora una volta sarà impedito militarmente ai vincitori di assumere le cariche istituzionali.
La narrazione europea nel frattempo pascola beata all'interno della propaganda NATO a sostegno della Fratellanza Musulmana a Tripoli, dell'occupazione turca che la difende e dei gruppi armati, come le milizie libiche e i mercenari siriani.
Ma il popolo libico vuole esprimersi per mettere fine a un'aggressione che è durata 10 anni.
Questo è il terribile scenario che si manifesterà durante i giorni in cui avverrà la proiezione.
I soldi serviranno per l'affitto della sala, per i biglietti del viaggio degli ospiti e per la promozione dell'evento.»
Spiego perché ho scritto questo articolo riportando alcune cose che Michelangelo aveva già pubblicato su questa testata?
L’ho fatto perché se “il film si è visto chiudere tutte le porte dei festival e delle televisioni”, spero che almeno noi, lettori abituali de “l’AntiDiplomatico”, non facciamo lo stesso, ma, al contrario, facciamo sentire al suo autore la nostra vicinanza e il nostro sostegno, a prescindere dalla possibilità di essere presenti alla proiezione del film, sia per motivi di distanza dalla capitale che per impegni di lavoro, o per qualsiasi altra cosa riteniamo prioritaria alla visione del film.
Per chi ha svolto un lavoro del genere – immagino con molta fatica – sentire la vicinanza di chi legge i suoi articoli penso sia una cosa importante, e di sicuro una carica in più nel continuare a impegnarsi nei suoi progetti.
Impegno che ci porta a conoscenza di realtà ai più sconosciute, altrimenti difficili da scoprire per chi, come molti di noi, non è in possesso di adeguati “strumenti”. Per questo il mio contributo a copertura delle spese per la proiezione de “L’Urlo”.
E allora ringrazio Michelangelo per mettere i sui “strumenti” a disposizione di noi lettori, ma, soprattutto, a disposizione di quelle migliaia di migranti-schiavi che si trovano prigionieri sulle coste della Libia.
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Ricordo il link per chi volesse partecipare alla copertura delle spese (se arriviamo a 200 persone il contributo medio sarebbe solo di €. 2,50) https://www.gofundme.com/f/proiezione-del-film-lurlo-il-17-dic-a-roma
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[1] Articolo: “Schiavi in cambio di petrolio illegale. Appello per “L’Urlo”: il film che nessuno osa trasmettere” https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-schiavi_in_cambio_di_petrolio_illegale_appello_per_lurlo_il_film_che_nessuno_osa_trasmettere/41939_43874/
[2] Articolo: “Più simposi, meno bavagli: "l'Urlo" sarà proiettato a Roma il 17 dicembre” https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-pi_simposi_meno_bavagli_lurlo_sar_proiettato_a_roma_il_17_dicembre/41939_44040/
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